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Siracusa, Catania ci scippa anche la sede del Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale

Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha firmato il decreto con cui si stabilisce che il capoluogo etneo sarà il punto nevralgico del ‘Sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale’, mentre la scelta in origine era caduta sul porto di Augusta. Il sindaco di Catania Enzo Bianco prende l’occasione al volo ed ha espresso la sua “soddisfazione”. “Catania – ha detto – sarà per i prossimi due anni la sede dell’Autorità di Sistema Portuale, un ulteriore, importante riconoscimento per la nostra città grazie alla credibilità che in questi anni ha conquistato a livello nazionale e internazionale. Il porto di Catania cresce, una crescita che punta anche sulla piena sinergia con quello di Augusta, entrambi punti strategici per lo sviluppo economico del Distretto del Sud Est, il più produttivo e attivo dell’intera Sicilia”.

Una decisione che arriva quasi a sorpresa; inizialmente la scelta era verso il porto di Augusta, invece il “Sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale” finisce a Catania.

Il conflitto culturale tra Catania e Siracusa è datato nel tempo. Una sorta di sovranità che i catanesi hanno sempre tentato di imporre ai siracusani. Uno storico e fastidioso conflitto d’interessi, ma anche d’invidie spropositate per il solo esistere e di essere cattivi o buoni vicini di casa, secondo la propria convenienza. Assistiamo da sempre al tentativo di prevaricazione di Catania nei confronti di Siracusa. L’ultima in ordine di tempo è la strisciante lotta per l’autorità portuale che si conclusa in una confusione sia nei ruoli sia nella sostanza. Il porto di Augusta oggi è in discussione quale sito d’interesse strategico per la movimentazione delle merci nel basso Mediterraneo, ma è già, di fatto, il secondo scalo marittimo petrolifero, dopo Trieste. Ha i fondali a meno 22 metri, capaci di garantire l’entrata delle super petroliere e dei porta containers; un banchinamento e un programma di sviluppo che garantisce un sicuro futuro; ma Catania con la flotta di deputati e senatori tenta ogni giorno di danneggiarci. Addirittura assistiamo a delle notizie campate in aria su presunti finanziamenti ritirati dall’Unione Europea.  E mentre si confermano i progetti, ancora una volta si tenta di sviare gli interessi dei siracusani a vantaggio del porto di Catania. Le due realtà sono differenti, ma nessuno vuole ragionare per scoprire che non può esserci alcuna condizione di preminenza e di concorrenza. Il porto di Catania è già saturo per movimentazioni e non ha più spazi, dove espandersi, mentre Augusta ha già in fase avanzata un progetto di ampliamento e sistemazione di nicchia che non crea difficoltà a Catania. Il porto di Siracusa è arrivato in ritardo, ma per i noti fatti ci siamo danneggiati da soli, e stavolta senza i catanesi.

Ma in verità ogni occasione è buona per denigrarci, per colpirci senza colpo ferire, in una logica che appare come un partito preso, una missione della natura dell’uomo. Cosa dire poi della nostra classe politica?

L’ultima notizia distorta è che la Commissione Europea ha chiesto di ridefinire il progetto, sulla base dei dati forniti e dall’incremento programmato per i prossimi anni e non invece l’annullamento dei finanziamenti, dove in bilico c’è solo una piccola parte degli stanziamenti, ma non è niente deciso. Per questo che la nostra classe politica non può e non deve fermarsi alla diffusione di una velina stampa per poi dimenticare i fatti pratici da portare all’attenzione dei ministeri interessati e finanche all’Europa. Altrimenti diamo ragione ai catanesi che ci accusano, di essere abulici e malamente organizzati. In fondo in fondo non c’è niente di male e forse hanno pure ragione, noi siamo i Greci.

E come volevasi dimostrare, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha firmato il decreto con cui si stabilisce che il capoluogo etneo sarà la sede, il punto nevralgico del Sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale”.

Il Decreto legislativo n. 169 del 04 agosto 2016 sulla “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali”, voluto dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, ed entrato in vigore lo scorso 15 settembre, prevede tra le altre cose che le “Autorità di Sistema Portuale” siano 15 in tutta Italia e abbiano il compito di coordinare, con un ruolo strategico di indirizzo e programmazione, ciascuno nella propria area di competenza, i 57 porti che fanno parte del sistema nazionale. In Sicilia le Autorità sono due: quella Occidentale con Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani; quella Orientale con Catania e Augusta. Messina, Milazzo, Tremestieri fanno invece parte della “Autorità dei Mari Tirreno Meridionale e Jonio e dello Stretto” insieme ai porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Signori e baroni della politica siracusana, svegliatevi!

Marco Giusti

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