Siracusa, chiesta la riesumazione del cadavere di Eligia
La famiglia di Eligia Ardita, l’infermiera siracusana per la morte della quale si trova detenuto in carcere il marito Christian Leonardi, ha chiesto la riesumazione del cadavere della vittima. L’ipotesi è al vaglio del procuratore aggiunto Fabio Scavone e del sostituto procuratore Magda Guarnaccia, che stanno coordinando le indagini, dopo che il legale della famiglia della vittima, avvocato Francesco Villardita, a inizio settimana, ha avanzato un’istanza alla Procura della Repubblica di Siracusa, per l’esecuzione di ulteriori accertamenti tecnici.
“I familiari di Eligia ci hanno sottoposto un quesito – afferma il procuratore capo Francesco Paolo Giordano – per rispondere al quale sarà necessario la riesumazione del corpo della donna. Ho consegnato l’istanza ai due magistrati titolari dell’inchiesta, i quali stanno ponderando e valutando l’ipotesi di procedere in tal senso”.
Che cosa conta di trovare la parte offesa con quest’ulterioreattività investigativa? “Il nostro obiettivo è quello di recuperare il maglione indossato da Eligia – spiega Fabrizio Ardita, lo zio dell’infermiera – Infatti, sarebbe importante che venissero eseguiti rilievi tecnico-scientifici sull’indumento per rilevarel’eventuale presenza di tracce biologiche che potrebbero confermare o definitivamente cancellare l’ipotesi che Christian Leonardi sia stato aiutato da qualcuno la sera dell’uxoricidio a ripulire l’appartamento e a ricomporre il corpo di Eligia sul letto matrimoniale”.
La richiesta della famiglia Ardita è, quindi, quella che sia prelevato il maglione di Eligia e che venga sottoposto ad accertamenti. “I magistrati non potevano sapere del maglione – spiega Ardita – Ma in queste ultime settimane abbiamo riflettuto sull’opportunità di recuperare l’indumento che potrebbe dirci molte cose e soprattutto fugare dubbi che al momento di attanagliano. Se davvero Christian è stato aiutato quella sera, il maglione potrebbe essere stato un ricettore di tracce ed elementi utili alle indagini”.
Il maglione a cui fa riferimento la famiglia Ardita è quello che la sera in cui è accaduto l’irreparabile, secondo una ricostruzione di quanto sarebbe avvenuto, Christian avrebbe preso dal cassetto per rivestire Eligia. Un maglione che Eligia non indossava da tempo. “Se si esclude il personale del 118, intervenuto a casa di Eligia, che in queste circostanze utilizza i guanti in lattice – continua Ardita –chiunque abbia toccato quel maglione avrà lasciato delle impronte o elementi biologici e quindi una firma sulla sua presenza in quei concitati frangenti. Non sarà difficile agli esperti, rilevare il dna e compararlo con quello prelevato a diverse persone fino ad oggi”.
Chi è deciso ad andare fino in fondo alla questione è il padre di Eligia. “Viviamo ancora dentro un incubo – dice Tino Ardita – Il nostro pensiero costante è quello di svelare per intero la verità sulla morte di nostra figlia. E siamo determinati a compiere qualsiasi passo perché si espleti anche quest’accertamento che riteniamo importante per fugare ogni dubbio su eventuali complicità”.