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Siracusa: congresso Flc Cgil

Uguaglianza, sviluppo, diritto e cittadinanza, solidarietà e democrazia: sono questi i temi che Giovanni La Rosa, riconfermato segretario provinciale della Flc Cgil, ha indicato come centrali. “Temi che racchiudono tutti I nostri valori ed attorno a questi valori ruota il nostro operato e tutta la nostra vita”.

<Alla scoperta della conoscenza> è il titolo scelto per il congresso.

“La scuola deve essere un luogo in cui si studia, si approfondisce, si fa ricerca, si va appunto, alla scoperta della conoscenza e della conseguente realtà che ci circonda. Occorre far capire ai nostri giovani che la conoscenza è fondamentale per poter affrontare con competenza le sfide del futuro.

Viviamo in una società in continua evoluzione, in cui ci si deve confrontare quotidianamente con le sfide che l’innovazione tecnologica ci pone.

Compito della Scuola è fornire a tutti lo stesso diritto alla conoscenza, così da permettere loro di soddisfare le proprie aspirazioni di vita e professionali. È quindi necessario che questa sia uno strumento di equità, per appianare le disuguaglianze sociali..

La pandemia ed il conseguente lockdown hanno profondamente scosso il mondo dell’istruzione ed hanno fatto emergere, ancor di più, tutte quelle lacune che lo caratterizzano. Lo strumento della didattica a distanza è stato fondamentale per mantenere il contatto con gli alunni.

….Oggi sentiamo parlare di una legge di bilancio che dovrà nuovamente tagliare la spesa pubblica, di una riforma delle pensioni che tale non si può definire, quota 103 non è certo una soluzione, e di fatto restiamo ancora con la legge Fornero. Non si investe ancora nell’edilizia scolastica, nonostante molte strutture siano ormai fatiscenti ed insicure.

Al contrario sentiamo parlare di autonomia differenziata e di una norma che porta il numero minimo degli alunni per scuola da 600 a 900.

Autonomia differenziata a cui ci stiamo fortemente opponendo come sindacato. Registriamo da tempo diseguaglianze nel Sistema Italia; secondo lo Svimez, ad esempio, uno studente e una studentessa del Sud stanno in classe 100 ore in meno all’anno. Ancora: al Sud i giovani tra i 15 e 24 anni fermi alla licenza media sono il 20 per cento, 5 punti sopra la media nazionale e 9 rispetto a quella europea. Poi c’è l’abbandono: dall’ultimo Rapporto pubblicato da Save The Children la Sicilia è al primo posto per dispersione scolastica a livello nazionale, con una media pari al 21,1% e con punte del 25%. I Neet (cioè i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione), nel Mezzogiorno costituiscono il 39% dei giovani tra i 15 e i 24 anni: quasi il doppio di quelli residenti nelle altre aree del Paese.

In uno scenario come questo, la regionalizzazione è la cosa più sbagliata possibile, aumenterebbe solo le differenze che già esistono.

Portare il numero minimo di alunni da 600 a 900 poi significherebbe solo per la nostra isola la Perdita di autonomia di diverse istituzioni scolastiche, con conseguenze occupazionali gravissime e riduzione di posti di lavoro a cominciare dai dirigenti scolastici e direttori amministrativi ed a seguire personale ATA e docenti.

Un dato preoccupante, e che ha certamente bisogno di forti riflessioni, è quello che ogni anno in Sicilia perdiamo 15.000 studenti.

Dobbiamo porre riparo a questo fenomeno, diminuendo il numero degli alunni per classe. Assistiamo ancora oggi e, soprattutto in alcuni istituti superiori, alla formazione di classi pollaio fino a 25/30 alunni e con 2 o 3 disabili.

La povertà, l’indigenza, la mancanza di disponibilità economiche per far proseguire gli studi ai propri figli, porta sempre più alla dispersione scolastica, all’abbandono precoce degli studi; i ragazzi che non studiano, che non riescono a trovare lavoro possono diventare facile preda e manovalanza per la piccola e grande criminalità. Dobbiamo impedire che questo accada, pretendendo l’istruzione statale pubblica e gratuita, quindi l’attuazione della Costituzione.

Lo stato italiano, la scuola italiana istruisce, educa, forma le migliori menti e poi non le mette nelle condizioni di restare a lavorare nella propria terra, ma li costringe ad andare in giro per il mondo, perché non sa dare loro le giuste opportunità in loco.

Il futuro del Paese è nelle nostre mani, nelle mani dei lavoratori della conoscenza, ritornare a formare soggetti pensanti, menti critiche in grado di pensare, e di creare lavoro con un grande sviluppo ecosostenibile deve continuare ad essere il nostro obiettivo prioritario.

Per controllare la violenza, educare alla pace, ripudiare la guerra, rispettare l’altro, il prossimo, anche per attenuare la violenza nei confronti delle donne, (per stoppare i femminicidi) la necessità di avere un atteggiamento di rispetto della persona e nei confronti dell’altro sesso, entra in campo la scuola e l’istruzione tutta; è necessario cominciare già dalla scuola dell’infanzia con progetti mirati per la parità dei sessi, il rispetto dell’altro, l’autonomia personale. Educazione al rispetto dell’uomo e della vita, al rispetto di genere, già dai primi anni di scuola dell’infanzia e a seguire nei gradi più alti dell’istruzione. Il Paese ha bisogno di una straordinaria riforma dell’istruzione. In questi anni abbiamo avuto solo tagli travestiti da riforme e i risultati sono chiari a tutti: aumento della dispersione scolastica, riduzione delle iscrizioni all’università, cervelli in fuga, blocco della mobilità sociale regressione culturale sulla scuola dell’infanzia. E, cosa ancora peggiore, la convinzione sempre più diffusa in tanti giovani che studiare è inutile, con tutti i rischi di marginalizzazione che questo comporta.

Sviluppo della scuola dell’infanzia, obbligo a 18 anni e diritto allo studio sono gli assi portanti di una riforma che ha per fondamento l’istruzione come risorsa collettiva e dei singoli e l’educazione permanente come necessità individuale e sociale.

L’innalzamento dei livelli di istruzione è nodo strategico per lo sviluppo economico e democratico del nostro paese. Per ottenerlo, è necessario combattere seriamente

l’abbandono scolastico, garantire percorsi inclusivi e non selettivi.

Bisogna ridare valore e qualità all’istruzione e all’università, luoghi aperti alla ricerca, alla sperimentazione, all’innovazione.

Entro ora nel merito della fase del rinnovo del CCNL… Il valore e la qualità dell’istruzione passano anche attraverso il nostro CCNL, che ricordo, è stato recentemente rinnovato nella sua parte economica.

Per i lavoratori della scuola gli arretrati erogati sono una boccata di ossigeno per poter fronteggiare le innumerevoli spese da sostenere, ma non basta, gli aumenti non allineano ancora i nostri stipendi agli standard europei. Anche per questo ci troviamo di fronte ad una classe docente spesso demotivata per le poche gratificazioni economiche ricevute e per l’incertezza che si presenta loro davanti.

Due grandi problemi ormai storici della scuola sono: la precarietà e il reclutamento. Sono temi che si intrecciano e da sempre hanno ricadute negative sulle scuole e sui lavoratori precari.

Per quanto riguarda il tema dell’edilizia scolastica, si registra ancora una volta che nulla è cambiato, con forti criticità presenti sul nostro territorio. Quando il maltempo imperversa spesso ci restituisce scuole allagate, finestre divelte o crolli di parti di una struttura, costringendo le scuole alla chiusura per la conseguente messa in sicurezza degli edifici.

Scuole che ancora sono ospitate in strutture come seminterrati riadattati all’occorrenza, scuole con forti criticità e con impianti idrici ed elettrici ormai obsoleti

e pericolosi per l’incolumità degli alunni e del personale scolastico.

Purtroppo rispetto a 4 anni fa nulla è cambiato.

Registriamo anche quest’anno la carenza di organici adeguati sia del personale docente che del personale ATA.

È stato un inizio d’anno abbastanza burrascoso con molte cattedre scoperte a causa dei ritardi nelle nomine, alunni H senza docente di sostegno, classi senza docenti, ed ancora carenza di personale ATA.

Molte scuole recriminano di avere pochi collaboratori scolastici in organico, da non poter garantire a volte neanche la sorveglianza dei locali e l’adeguata pulizia degli stessi.

Anche nelle segreterie scolastiche, a fronte di un continuo aumento di carichi di lavoro, il personale non è numericamente adeguato.

Siamo in contatto anche con i comitati studenteschi, che ci stimolano e ci coinvolgono in iniziative degne della massima importanza.

Non abbassiamo mai la guardia per le vicende relative alla Formazione Professionale e siamo presenti anche nel settore della ricerca, sul nostro territorio abbiamo una sede dell’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF), che collabora tra l’altro anche con la NASA e con l’ESA.

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