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Siracusa, estorsione ad autosalonista: una donna conferma le accuse

Ha stupito tutti per la lucidità del suo racconto, per la chiarezza nell’esposizione e per avere ribadito le accuse a carico degli imputati, coinvolti nella presunta serie di estorsioni ai danni di Marco Montoneri, ex titolare dell’autosalone “In moto” di via Necropoli Grotticelle a Siracusa.
A comparire in video conferenza da una località protetta dove vive insieme con il compagno, Marilena Drago si è sottoposta al contro esame del collegio di difesa degli imputati alla sbarra. La donna ha risposto per circa due ore al fuoco di fila delle domande poste dai legali difensori, facendo anche sfoggio di una certa preparazione giuridica e risultando nei fatti esaustiva.
Ha ribadito, in sostanza, quanto riferito dal compagno e in qualche circostanza andando anche oltre su episodi che la Direzione distrettuale antimafia ha addossato agli imputati.
La vicenda è ben nota e riguarda Concetto Garofalo, che avrebbe fatto leva sulla sua appartenenza al clan mafioso denominato “Urso- Bottaro” per fare desistere il Montoneri dal richiedere il pagamento del prezzo del motociclo Honda SH300 del valore di 2500 euro, portando così a compimento l’estorsione.
Sia Concetto Garofalo che suo figlio Sebastiano hanno sempre negato ogni addebito e hanno sostenuto di avere pagato la motocicletta, consegnando una parte del denaro in contanti e la rimanenza in assegni post datati. Salvatore Brancato, Pasqualino Mazzarella e l’impiegato della rivendita di auto, Andrea Fortuna, avrebbero costretto la vittima a cedere a Brancato l’autovettura Volkswagen Tiguan del valore di 20 mila euro, al Mazzarella il motociclo Kawasaki Z 750 del valore di 3000 euro e la mini moto Roxon 125 del valore di 1500 euro.
Michele Cianchino, Pasqualino Mazzarella e Andrea Fortuna sono accusati, icdi avere costretto Montoneri a cedere al Cianchino l’autovettura Mercedes C Sport Coupè del valore di 8000 euro
E ancora. Mazzarella avrebbe poi ottenuto il motociclo Honda SH 300 del valore di 3000 euro. Con l’aggravante di aver commesso il fatto con metodo mafioso. Fatto accertato in Siracusa il 2 marzo 2013.
Giuseppe Raffa è accusato di estorsione ai danni di Marco Montoneri perché, con la minaccia implicita di appartenere all’associazione mafiosa denominata “Cappello”, costringeva la vittima a cedergli l’autovettura Jaguar X Type del valore di 7000 euro.
Osvaldo Lopes e Giuseppe Raffa sono accusati di avere prelevato l’autovettura Fiat 500 del valore di 7000 euro senza pagare.
E proprio il pentito Raffa sarà escusso in occasione della prossima udienza, fissata per il  2 febbraio prossimo. In quella circostanza ci sarà la possibilità di approfondire quanto sostenuto da Raffa, che accusa l’ex autosalonista Montoneri di avere denunciato fatti realmente accaduti ai quali avrebbe aggiunto però altri episodi non rispondenti alla realtà.

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