Dopo una lunga attività d’attacco, d’accuse e di ricerca di prove e “complimenti politici” a tutto campo, la tregua è arrivata. La quiete dopo la tempesta. Al centro la grande città di Siracusa e i siracusani in una penitenza smisurata dai mille risvolti. Due fazioni politici e di poteri contrapposti del Pd siracusano si combattono. Si formano subito due opposte opinioni, dove i fatti e le parole non si computano più. Le argomentazioni e le analisi ancor di meno. Nessuno tenta di ragionare, ma lo sparlare, a torto o a ragione, è un diritto che prende il sopravvento sulla strada della polemica smisurata. Non si salva più nessuno. Nel farlo i delatori partono dalle inchieste giudiziarie che colpiscono fortemente l’amministrazione guidata dal sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo. Motivi che restituiscono il difficile contraccolpo, dove è addirittura rischioso polemizzare con una delle parti in causa. Infatti, si sono collezionati una sequela di querele tra le parti intervenute e i rispettivi seguaci.
Se critichi l’amministrazione per una delibera, giudicata sbagliata, devi mettere nel conto di essere bollato come un amico della controparte (che è, di fatto, farina dello stesso sacco, quindi un sostenitore) e nella migliore delle ipotesi un astioso roso dai rancori. Meglio tacere e mettersi in fila ad applaudire ipocritamente? L’hanno fatto in tanti. Siracusa si sa è invasa da una sub-cultura, dove regna il pettegolezzo, la calunnia, la diffamazione nascosta dalla bassa voce: le tragedie siracusane, meglio delle greche.
Alcune manovre sbagliate segnano Garozzo un politico osteggiato dal suo stesso partito e dall’opposizione, ma a tratti anche dai Grillini, per la stessa ragione, e per un’altra più importante e insidiosa: una guerra politica senza logica. Fin dai suoi primi momenti da sindaco, Garozzo è stato sempre attaccato dall’interno del Pd e dal sistema di potere siracusano in un fuoco incrociato. I tanti giornali cittadini a tratti non gli hanno risparmiato rimproveri e biasimi. Un diritto-dovere, che però non ci fa dimenticare quali interessi si nascondono nei segreti di molti uomini del Vermexio piazzati lì dai poteri forti e che si celano dietro l’appoggio di alcune pubblicazioni di stampa; ma anche Garozzo e compagni in tal senso sono ben piazzati, con organi di stampa al loro servizio permanentemente. I siracusani, pur immersi nella narrazione giornalistica e in quella polemica, non hanno mai alzato o abbassato il pollice, e questo può piacere o no, ma è un fatto. I siracusani son fatti così. Nella polemica Garozzo e gli avversari-amici hanno fatto insieme del bene e del male alla città; da ambo le parti si è consigliata prudenza, ma nessuno delle fazioni in causa è stato capace di fermarsi e riflettere sui danni collaterali possibili. Lo stratagemma permane nella speranza che deve essere l’azione giudiziaria a sostituirsi alla nobile politica; nessuno vuole ingoiare il rospo e abbassare i toni della polemica. Volano parole viziate e il giudizio non si è costruito su analisi rigorose della realtà, ma solo sulle accuse a vicenda in una macchina del fango mai spenta.
Quest’ultima storia della politica siracusana e le tante attendibilità oggi contano zero rispetto alle mille verità costruite dai media nazionali e locali che ci hanno distrutto in termini d’immagine. Anche per questo la politica siracusana in generale si è ridotta al lumicino: solo polemiche e veleni. Nessuna proposta concreta per lo sviluppo e la risoluzione dei mille problemi.
Si sparla di mafia, di malavita organizzata, ma l’Antimafia nega; i siracusani vogliono uscire dal pantano in cerca della verità che non arriva. Questa è la concretezza, dura, complessa, fatta di difettosi passi avanti e mille vagabondate.
Ma ora tutta la vicenda è aperta a ventaglio, dove sugli aspetti denunciati, a parte le inchieste di mera condizione amministrativa, indagano diverse procure della Repubblica; ma la questione politica del Vermexio messa in campo da Garozzo con la politica dell’alternanza al potere temporale nella maggioranza che lo sostiene, ha il nulla osta di Matteo Renzi, ricevuto durante l’ultimo incontro di fine anno a Roma, che porterà, piaccia oppure no, alla fine della scadenza del mandato l’attuale governo della città. Il resto sarà un’altra storia tutta da raccontare.
Concetto Alota