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Siracusa, passa l’osservazione in Commissione contro l’accorpamento delle Camere di commercio

Un piccolo passo avanti verso l’annullamento dell’accorpamento volontario delle camere di commercio di Siracusa, Catania e Ragusa. La senatrice Paola Pelino ha segnalato al relatore nella decima commissione del Senato l’opportunità di prevedere nella proposta di parere la soppressione del riferimento alla funzione di «assistenza e supporto alle imprese in regime di libero mercato», di cui alla lettera f) dell’articolo 2, comma 2, della legge n. 580 del 1993 come novellato dallo schema di decreto legislativo in titolo. In subordine, riterrebbe necessario segnalare, quanto meno, l’esigenza che ciascuna camera di commercio trasmetta alla Corte dei conti e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato i dati e le informazioni idonei a dimostrare la corretta applicazione dei principi di separazione contabile. Quanto alle deroghe al processo di accorpamento, chiede che sia inserita nella proposta di parere un’osservazione che suggerisca la possibilità di riconsiderare l’avvenuto accorpamento delle camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa, permettendo il distacco di queste ultime due, vista la grave difficoltà determinata dall’eccessivo carico di lavoro conseguito a tale accorpamento.

La decima commissione ha esitato l’osservazione fatta dal vice presidente, Paola Pelina, presentato nella stessa commissione e relativa trasmissione verso la parallela commissione della Camera che sancisce la possibilità di recedere dall’accorpamento, che, una volta approvata l’osservazione della Pelino, passa al Governo per i successivi passaggi e deliberazione di merito; un passaggio obbligato, dove l’ultima parola spetterà comunque al Governo.

In particolare, nell’emendamento si fa esplicito riferimento all'”opportunità di inserire all’art. 4 comma 4 il periodo: al fine di rendere conformi gli accorpamenti già deliberati dalle camere di commercio su base volontaria, con i criteri disposti dal decreto legislativo per la predisposizione del piano di cui all’art. 3 del medesimo decreto, nei fatti in cui il processo non abbia ancora condotto alla costituzione degli organi della nuova camera di commercio e, alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, almeno una delle camere di commercio coinvolte abbia deliberato di recedere dell’accorpamento, il processo di accorpamento è interrotto e si  rinvia al piano di cui all’art. 3 per verificare la rispondenza ai criteri di accorpamento previsti dal decreto legislativo con particolare riguardo a quelli relativi all’equilibrio economico e finanziario”.

L’emendamento era stato sollecitato dal cartello di organizzazioni di categoria, che hanno espresso disappunto all’accorpamento con Catania. I rappresentanti delle organizzazioni hanno spinto sulla commissione per la modifica del decreto Madia in modo da bloccare il varo della normativa così come indicato dalla Regione siciliana. Una pratica sostenuta a Roma dal senatore Bruno Alicata e la parlamentare Stefania Prestigiacomo.

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