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Siracusa, il Pd e quelle scelte coraggiose per riacquistare il consenso popolare

Le notizie dell’esistenza di un programma trasversale per lo scioglimento del consiglio comunale di Siracusa e la decadenza della poltrone del primo cittadino anzi tempo, hanno riacceso le luci della ribalta politica del Pd siracusano chiuso dentro le sospettose polemiche interne.

Lo scontro in atto all’interno del partito democratico siracusano distrugge tutto e tutti nella disuguaglianza culturale e nella residua e vecchia sub-cultura. Una posizione che rimane poggiata su un punto troppo debole, e quindi, non valida per l’esito della battaglia silenziosa e senza esclusione di colpi già ingaggiata. Senza una strategia e a ruota libera, in base alla giornata, non coerente con la direttiva della direzione del Pd, non si compone nessuna vertenza per i contrasti che insistono ancora al Vermexio nella gestione della cosa pubblica e nella politica amministrativa, che non produceva risultati degni di valore politico e che continua a fare acqua da tutte le parti.

L’aggravante che, malgrado ciò, Giancarlo Garozzo si è messo di traverso ai vertici del partito, dichiarando che nel Pd siracusano ci sono infiltrazioni della malavita organizzata, per ingaggiare così volontariamente una doppia battaglia: in primis con i vertici del Pd e in maniera diretti e personali con la consigliera Simona Princiotta, come anche di riflesso contro Pippo Zappulla. Una logica su due fronti sbagliata, contro la sua stessa iniziale vittoria, forse poggiata del solo mandato popolare che, malgrado ciò, gli fa perdere tutti gli aggregati non schierati silenziosi e pericolosi in un sol colpo. Anche i cespugli interni al Pd che non avevano fino a quel momento alcun riferimento, si schierano, così come ha inteso spiegare a suo modo Luigi Foti dal pulpito della sua lunga militanza politica multicasaccata, quando chiede scusa con un messaggio fin troppo chiaro a tutto il partito, diventando, di fatto, il punto di riferimento.

Ecco perché nessuno si chiama dopo la disfatta maggioranza o minoranza. Gli interessi di partito sono al di sopra delle parti. Ma chi è maggioranza in questo marasma generale? Se non prendi altri voti oltre i tuoi, ti chiami minoranza. Se prendi tutti quelli degli altri più quelli tuoi, diventi maggioranza. Ma l’obiettivo del consenso accende le idee per uscire dal pantano dell’immobilismo. Ed ecco arrivare l’idea per ritornare alla democrazia popolare prima che il tempo rimasto per la prossima scadenza elettorale possa corrodere i resti di un partito politico che non si definisce di certo movimento liberista. L’idea di bocciare il bilancio del comune di Siracusa per cacciare senza sforzo e senza colpo ferire i mercanti dal tempio non è sopraggiunta dalle opposizioni, ma dall’interno dello stesso Pd.

La domanda è ora se Garozzo da una parte e il Pd dall’altra riusciranno a gestire anche questa nuova fase rimanendo tutti in sella. La capacità è quindi di saper affrontare le disgrazie messe in campo nella scena politica siracusana senza provocare un altro terremoto mediatico e la crisi della politica in un Pd che appare all’esterno dilaniato da mille belve feroci. Il rischio ancora per tutti è di un avvitamento incapace di affrontare i temi principi all’interno di un Pd che è debole e confuso, che rischia di finire nel braciere del qualunquismo e fuori dalla società civile, aumentando la distanza tra la gente e il palazzo del potere, che non è riuscito a governare. Si tratta di capire se i numeri a disposizione saranno sufficienti per mettere in azione e portare a termine il programma per cancellare questi tre anni di torpore mediatico e politico senza precedenti. Sarà comunque davvero difficile sradicare i consiglieri comunali a rischio rielezione, considerando che il prossimo consiglio comunale sarà composto di trentadue consiglieri e non dagli attuali quaranta. Infatti, già si è registrata qualche marcia indietro. Sarà davvero dura. Bisognerà scegliere tra gli interessi individuali e quelli collettivi.

Concetto Alota

 

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