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Siracusa, pendolari arrabbiati: pronta la denuncia in Procura

Un braccio di ferro tra l’Ast ed il Comune di Siracusa è in corso: vittime inconsapevoli  i viaggiatori dell’intera Zona Nord. Con la chiusura del ponte di Scala Greca prima ed il divieto di attraversamento dell’abitato di Belvedere ora l’Ast ha dovuto modificare due volte i percorsi .

La prima deviazione non aveva provocato quasi nessun disagio ai viaggiatori posto che i percorsi rispetto al passato non erano stati quasi del tutto modificati. Con l’ingresso in città attraverso la c.d. strada del Cimitero con prosecuzione attraverso il Viale Paolo Orsi con fermata nei pressi dell’Ospedale sono cominciati i guai per centinaia di utenti provenienti dalla Zona Nord della provincia di Siracusa.

I mezzi, anziché salire per la parte finale di Corso Gelone e poi verso Viale Teracati con fermata nei pressi del Bar della Gioventù e poi proseguire per compiere il resto del percorso abituale, da Lunedì scorso (data dell’entrata in vigore l’ordinanza di cui si è detto), scendono per la parte bassa di Corso Gelone per poi proseguire verso il capolinea nei pressi della Stazione.

E ai passeggeri, che debbono raggiungere i posti di lavoro, quali il Palazzo di Giustizia, il Catasto, la Conservatoria, l’Agenzia delle Entrate, la Questura, le scuole, gli uffici privati etc, cosa succede? Vengono fatti scendere ed affidati al crudele destino che li ha fatti incontrare con una ditta di trasporti che chiede il pagamento di un biglietto del costo immutato per  un percorso arbitrariamente mutato!

“E’ interruzione di pubblico servizio? O parziale interruzione di pubblico di servizio? Spetterà alla Procura della Repubblica stabilirlo. Abbiamo chiesto un contatto con gli uffici di Siracusa e Palermo ma non è stato possibile averlo”, afferma il segretario della Funzione pubblica della Cgil siracusana, Gigi Muti. “Abbiamo chiesto ai colleghi-viaggiatori di filmare e registrare le dichiarazioni degli autisti (alcune veramente strafottenti ed al limite della querela) – dice – così da dimostrare quanto in questo scritto stiamo affermando”.

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