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Siracusa. Politica. Ritorno al passato, miserabile scenario e accuse gratuite, ma il grido del popolo è chiaro: “Tutti a casa”!

Ritorno al passato. Cambiano alcuni attori e registi, ma lo scenario riappare desolante come prima, anzi, peggio di prima. Una guerra che dura sin dal giorno dopo le amministrative. Ripartono a tutto vapore gli attacchi nell’ambito dei veleni della politica siracusana, sia da una parte così come dall’altra, dove un pezzo della politica locale si muove in difesa dei propri amici, mentre l’altra parte è accusata di colpi bassi, facendo riferimento ad un passato tutto da dimenticare quando imperava il “Sistema Siracusa”, che come l’Araba Fenice, ora risorge.

La stampa interviene a macchia di leopardo ma già da qualche tempo tiene gli occhi aperti sulla piazza che chiama la città a fare quadrato intorno alla legalità contro la strumentalizzazione delle parti in causa per la possibile mala politica. In pochi, per la verità, ma almeno ci provano.

Le note vicende che in questi giorni sono venute alla ribalta sui Social, nelle pagine dei quotidiani locali e nazionali, e testimoniano la pericolosa deriva nella quale si è infilata la classe politica della città di Siracusa. Tutto ciò spinge a una riflessione e a una scelta riguardo ad alcune gravi affermazioni che non possono trovare quale unica risposta il silenzio, ma non di certo la rassegnazione, in attesa di sviluppi chiarificatori prima del TAR e ora da parte del CGA, compulsati nel gioco delle parti. L’immagine della città, storicamente legata a principi di assoluto rispetto delle idee altrui, appare oggi perdente e priva di una necessaria rivoluzione culturale, un cambio di passo. Valori oggi ben distante da quelli che pare abbiano ispirato i comportamenti dei nostri uomini politici, maggioranza e opposizione, nelle nostre istituzioni fino a farci precipitare nel baratro più profondo e nella crisi della giustizia, così come in quella politica, costringendo la cittadinanza ad assistere a una vergognosa disputa e cruenta lotta senza quartieri.

Prima abbiamo dovuto assistere a pesanti attacchi dell’una e dell’altra fazione politica in una serie di “conferenze stampa” durante le quali sono state poste le giustificazioni dell’una e dell’altra parte in lotta, compreso quelle che sono rappresentate dagli inquirenti come gravi condotte d’irregolarità, sgradevoli e ingiustificabili considerazioni nei riguardi della magistratura amministrativa.

La dichiarazione di presunti attacchi da parte degli attori di questa sceneggiata politica non sorprende più di tanto, così come l’auspicio della pubblica opinione siracusana nella speranza che stavolta la magistratura vada fino in fondo e si faccia finalmente “chiarezza”.

Non meravigliano ormai più di tanto le difese a colpi bassi e riferimenti, con le propagande a volte mediatiche politiche, che fanno molto male perché pericolose per la società siracusana tutta e tendono a distruggere sul piano morale e istituzionale esseri umani e ogni cosa buona che ci sia in quest’antica e gloriosa città chiamata Siracusa. E da tutte le parti, in ragione o in torto, si afferma di non avere nulla da temere; entrambi i duellanti dichiarano di avere le mani pulite e che l’unica cosa che si può fare per difendersi è studiare tattiche l’uno contro l’altro. Ma in questo infinito marasma la verità verrà mai a galla?

Appare palesemente strumentale l’inadeguatezza dei fatti che stanno interessando il Vermexio e i dintorni in questi giorni, dove lo scontro è sceso nel basso profilo delle offese e delle accuse a buon mercato. Succede quando l’incapacità di trattenersi dalla strumentalizzazione supera la ragione. La deriva plebiscitaria annunciata per la protesta che non c’è stata e nemmeno quella personale che si fonda a volte, come nel caso, sul populismo dell’antipolitica. Ciò costituisce un buco nero per il consiglio comunale siracusano che sparito inghiotte ogni questione e risponde con la simulazione agli stimoli della popolazione coinvolta a parole a decidere le sorti della comunità ridotta al lumicino. Molte persone hanno condiviso la protesta di primo acchito, ma quando si è capito che lo scioglimento era condizionato per soffocare la scena agli ex consiglieri comunali, la convinzione che si trattasse di falsa politica e di bassa declinazione sub-culturale sono cresciuti, fino a suscitare tanti dubbi e riserve, per arrivare a sfociare in una ridicola condizione di cattiva politica, il tentativo di mandare tutti a casa: muore Sansone con tutti i Filistei.

Senza la politica chiara e limpida non c’è risultato, ma soltanto retorica, fallimento. Un impegno politico e intellettuale si offre oggi per la politica siracusana come occasione di rinascita civile, di riscatto, segno di responsabilità che coinvolge tutti i partiti e i cittadini in prima persona, compreso chi lavora con il pensiero della rivoluzione e della fantasia. Tutto ciò serve per stabilire la stretta relazione tra potere politico e il popolo sovrano, che dà virtù all’etica politica. La siffatta condizione richiede coraggio e tanta moralità politica, così come esperienza. Insieme al coraggio di usare ogni contingenza di discontinuità nel sistema dell’appiattimento e dell’attuale simulazione e della distrazione giudiziaria in corso di definizione, che si vuole inculcare alla massa condizionata dai Social fuori da ogni logica, insiste il desiderio di svolgere una funzione inquieta, pseudo rivoluzionaria, con la paura di essere annientati dall’avversario, in facile posizione come i comodi condottieri. Ciò avviene tra persone provenienti da diverse identità politiche che sentono la necessità di un’azione nuova per apparire e non di essere che tentano di riconfigurarsi nell’attuale assetto confusionario, non per un riassetto politico su nuove, urgenti linee di programma, ma per saggiare l’ambiente sulle strategie elettorali future, alla presenza del fallimento delle ideologie e della sana e buona politica. Il resto è il solito miserabile scenario carico di calunnie, accuse gratuite e senza logica, ma il grido del popolo è chiaro: “Tutti a casa”!

Concetto Alota

 

 

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