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Sistema idrico, il sindaco Italia: pronti a passare alla gestione unica territoriale

L’Assemblea territoriale idrica (Ati), composta dai rappresentanti dei 21 comuni della provincia, presieduta dal sindaco Francesco Italia, ha approvato ieri sera il Piano d’ambito e ha preso atto, all’unanimità, della formulazione finale dello statuto dell’Azienda speciale consortile, due strumenti fondamentali per la piena operatività dell’ente. Lo statuto, per entrare in vigore, dovrà adesso essere approvato da tutti i consigli comunali nello stesso identico testo.
​Nel Piano, che ha tenuto conto delle osservazioni giunte dai municipi e dai sindaci e che ha una durata trentennale, sono state previste due fasi: una di breve termine, riferita ai prime cinque anni di attuazione e finalizzata al raggiungimento dei livelli inderogabili del servizio; e una di medio-lungo periodo per il conseguimento di tutti gli obiettivi. È articolato su base annuale ed è facoltà dell’Ati modificarlo e approvare piani di attuazione.
​L’importo degli investimenti ammonta a oltre 480 milioni di euro, da realizzare anche attraverso le tariffe del Servizio idrico integrato. Previste tre tipologie di investimenti: opere nuove, necessarie per completare l’infrastrutturazione e conseguire i livelli di servizio nel breve periodo; la manutenzione straordinaria, necessaria a tenere in efficienza il parco infrastrutturale esistente, e le nuove opere da realizzare durante tutto l’orizzonte di piano; le opere di rinnovo e ripristino delle vecchie infrastrutture.
​«Il piano – spiega il sindaco Italia – ha tenuto conto di indicatori finanziari che garantiscono la sostenibilità della gestione ed è stato redatto in piena coerenza con le previsioni normative. Dal punto di vista del metodo, è stato importante concertare i contenuti con tutti comuni. C’è la necessità di passare dalle gestioni frammentate a livello comunale o intercomunale a quella integrata di tutti i servizi sull’intero ambito territoriale».
​Quanto allo statuto, è la sintesi degli incontri avuti con i presidenti e i capigruppo dei Consigli dei 21 comuni. La formulazione finale tiene conto anche dei suggerimenti fatti dagli enti partecipanti, come il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che ha fornito il supporto tecnico-legale per uno strumento coerente con la normativa di riferimento e le direttive autorità di regolazione (Arera). Adesso la parola passa ai consigli comunali la cui approvazione in tempi solerti consentirebbe di rispettare il cronoprogramma anche in vista dell’accesso ai fondi previsti nel Pnrr.
​«L’approvazione del Piano d’ambito e la presa d’atto all’unanimità dello statuto della nascente Azienda pubblica consortile – aggiunge il sindaco Italia – segnano per la nostra provincia un momento storico di condivisione rispetto alla gestione della risorsa idrica. Ringrazio il commissario per la redazione del Piano, Giorgio Azzarello, la società che lo ha redatto, la struttura dell’Ati e, in particolare, tutti i colleghi sindaci per aver contribuito, insieme alle relative strutture comunali, a raggiungere tale importante obiettivo».

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