“Sistema Montante” verso il processo: chiesto dai pm di Caltanissetta il rinvio a giudizio per i 24 indagati
La Procura di Caltanissetta ha chiesto il rinvio a giudizio per i 24 indagati nell’inchiesta principale del“Sistema Montante”, mentre prosegue l’iter giudiziario per il secondo troncone su corruzione e finanziamento illecito dei partiti, che, oltre a Montante, coinvolge il presidente “autosospeso” di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, l’ex governatore Rosario Crocetta, gli ex assessori della sua giunta Linda Vancheri e Mariella Lo Bello e altri imprenditori.
Intanto, i magistrati della Dda di Caltanissetta, il procuratore aggiunto Gabriele Paci e i sostituti Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorsi, hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio 24 indagati. L’accusa è di corruzione, associazione per delinquere nel tentativo di sapere i contenuti dell’indagine per finire nel concorso esterno in associazione mafiosa. A capo del “Sistema di Potere”, Antonello Montante, uomo potente e già presidente di Confindustria Sicilia. I pm della Procura distrettuale antimafia di Caltanissetta confermano tutte le accuse mosse e la convalida del quadro probatorio investigativo iniziale. Coinvolti di riflesso e per fatti minori nell’indagine iniziale anche ex amministratori dell’Ias di Priolo Gargallo, al vertice pro tempore della società che gestisce il depuratore consortile del petrolchimico siracusano e i rapporti intercorsi con assessori e dirigenti della Regione Siciliana e fatti collegati lunghi da raccontare.
Le accuse ad Antonello Montante considerato dai pm il capo di un’associazione per delinquere finalizzata a vari reati, fra i quali corruzione, accesso abusivo a sistema informatico, divulgazione di notizie coperte da segreto istruttorio. Avrebbe costruito – con la complicità di pezzi delle istituzioni, forze dell’ordine e servizi segreti – “un’indagine parallela privata” per carpire notizie sull’inchiesta a suo carico e coordinata dai pm e condotta dalla squadra mobile di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa.
Montante, secondo l’accusa dei pm, “reclutava imprenditori prevalentemente della provincia di Caltanissetta allo stesso strettamente collegati disposti a condividere il progetto di progressiva occupazione dei posti di vertice di associazioni di categoria, enti e società finalizzata alla gestione “clientelare” – attraverso “rapporti ravvicinati con appartenenti alle forze dell’ordine, specie in ambito locale, funzionali al mantenimento in vita e allo sviluppo del sodalizio attraverso la protezione degli interessi e delle attività imprenditoriali di tutti gli associati”.
Nell’avviso della Procura nissena, fra le altre, c’è anche l’accusa all’ex presidente del Senato, Renato Schifani, inizialmente indagato per rivelazione di notizie riservate e favoreggiamento, a cui si aggiunge ora l’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere. Secondo i pm nisseni, Schifani avrebbe rivelato notizie coperte da segreto – apprese dall’ex direttore dell’Aisi, generale Arturo Esposito, che a sua volta le aveva avute da altri appartenenti alle forze di polizia – relative all’inchiesta a carico di Montante. In particolare, avrebbe riferito al docente universitario Angelo Cuva – indagato – che il colonnello Giuseppe D’Agata, marito di Maria Rosa Battiato all’epoca dei fatti, presidente dell’Ias di Priolo, era indagato nel procedimento penale. Ma questa lunga storia giudiziaria formata da migliaia di pagine, continuerà ancora per molto tempo e promette ancora scenari inediti con tanti colpi di scena.
Concetto Alota