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Uomini & Politica: il Caso Ias di Priolo e il sindaco decisionista Pippo Gianni

Di Pippo Gianni si dice da sempre che sia il Politico più vicino alla gente. Di certo, è stato uno dei rappresentanti del popolo eletti capace di farsi interprete dei sentimenti della gente comune; la sua è stata una carriera politica vicina al popolo, realizzatrice di progetti, confermando la necessità di avere ai vertici delle istituzioni dello Stato dei professionisti della politica, gente che conosce i meccanismi istituzionali, i problemi del territorio. L’eterna domanda, oggi più che mai di attualità, sulla scelta di deputati con la delega dei cittadini a tutti i livelli: politici di lungo corso, oppure onesti sprovveduti o, al massimo, tecnocrati? Non c’è motivo per ritenere che la politica sia una cosa più semplice della medicina; Gianni è prima di un uomo politico, un medico. Alla domanda: voi vi fareste operare da una medico, persona onestissima, ma che confonde il polmone col fegato e non sa leggere una lastra dei raggi, o una tac?  La correttezza in politica è una qualità importante, così come non è per nulla vero nei fatti pratici, il contrario: che un personaggio politico che sta sulla scena da decenni deve essere anche un politico preparato, ma è possibile anche che sia una scarpa vecchia. Durata, non significa competenza, ma, soprattutto, occorre non confondere un bravo decisionista in politica con un volgare comune politicante. E questo, al volgere di condizioni ottimali, scelte e paragoni, nella funzione di attuale sindaco di Priolo, Gianni afferra il bue per le corna e lo porta nella stalla senza esitare. È il caso dell’Ias che riesce a prendere il sopravvento, a seguire passo passo la vertenza, per scrivere deciso e senza esitazioni nella qualità di sindaco di Priolo: “Il comune di Priolo è pronto a mettere i 12milioni di euro per effettuare gli interventi richiesti dalla Procura volti a sistemare gli impianti sequestrati e, quindi, di gestire il depuratore biologico. C’è una norma di legge – dice Gianni – che consente ai comuni di gestire i depuratori. La Regione non ha i soldi o non ha intenzione di anticiparli per garantire la manutenzione straordinaria degli impianti, siamo pronti a rilevare l’intera struttura e a gestirla, evitando una fine che provocherebbe un danno enorme non solo alla nostra provincia ma alla regione e allo Stato italiano, che preleva ogni anno dalla zona industriale siracusana qualcosa come sedici miliardi di euro. E’ giunto il momento che almeno l’1% di questo prelievo fosse destinato al territorio per migliorare sanità e ambiente”.

Una posizione chiara. L’altra strada percorribile è quella che porta ai privati che potrebbero mettere i soldi per coprire le vasche, riattivare l’impianto di deodorizzazione e allungare il braccio a mare, sotto il controllo della Regione. C’è poi l’emendamento Cafeo, riguardante la gestione degli impianti idrici, fognari e di depurazioni di proprietà dei consorzi per le Aree di Sviluppo Industriale della Sicilia in liquidazione, esitato il 13 gennaio dalla giunta regionale”.

“Faremo ferro e fuoco – incalza Gianni – per scongiurare il licenziamento dei 60 dipendenti dell’Ias e di penalizzare i 10mila lavoratori dell’indotto. Ho chiesto all’assessore Turano e al governatore Musumeci di innescare una riflessione attorno all’unico polo industriale attivo in Sicilia. Ho chiesto anche di ritirare il bando di gare  per la gestione dell’Ias perché nessun imprenditore ha intenzione di prendere in gestione un impianto già sequestrato”.

Concetto Alota

 

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