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Villa del Tellaro, un ticket per la manutenzione del museo

Un comunicato corredato da reportage fotografico a firma del Movimento politico Passione Civile (riportato dalla nostra redazione) ha sollevato il velo sulle condizione dei mosaici della Villa Romana del Tellaro a Noto. Presenza inequivocabile di cani randagi, di cuccioli e di una situazione globale di certo non consona al sito ed all’importanza che esso riveste. Considerata la partecipazione, sempre nella giornata di ieri, mercoledì 8 febbraio, della Soprintendente di Siracusa Rosalba Panvini all’inaugurazione della mostra “La luce dell’onestà” e alla firma del protocollo per avvio di una campagna di scavi a Noto Antica, abbiamo provato ad avere delle risposte circa la gestione e cura del sito.

La dottoressa Panvini ci ha subito dirottati verso la Responsabile del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici ( istituzione partita lo scorso mese di luglio) e dunque del Parco archeologico di Eloro e Villa del Tellaro, Maria Musumeci: “Siamo al corrente della situazione e già da giorni abbiamo sollecitato il Comune a provvedere con il loro servizio contro il randagismo, o per quanto altro attiene alle loro competenze. Noi ci occupiamo della tutela, promozione e gestione del sito”.

Dall’estate 2015, dopo l’ennesimo furto, per visitare la Villa Romana non c’è più il biglietto come pensate di risolvere la questione: “Ci sono diverse soluzioni al vaglio come la possibilità di utilizzare il Pos, perché la sicurezza dei lavoratori è la nostra priorità”. Un velo alzato che a ben vedere ha dietro più di una criticità, il Sindaco Corrado Bonfanti ha, invece, così commentato: “Ancora una volta l’Amministrazione è chiamata in causa per aspetti che a prima vista hanno del paradossale ma che se approfonditi manifestano tutta la normalità del caso. Una cosa è il fenomeno del randagismo che comporta impegni significativi per diminuire il numero degli animali abbandonati, frutto della conclamato è vergognoso fenomeno dell’abbandono, altra cosa è legare questa problematica alla fruizione di un sito museale quale quello della Villa Romana del Tellaro. Perché i cani, del tutto docili e quindi definibili di “quartiere” devono essere inconsapevoli vittime? Non sarebbe stato più facile chiudere la porta a vetri di accesso al museo invece di attrarre i cani all’interno per fotografarli e consegnare il tutto alla stampa per buona pace dei “passionari”, animalisti, al bisogno, se serve e tutt’altra cosa se il focus è diverso? Mi spieghino Sovrintendenza e “passionari” come si fa a evitare che dei cani randagi vivano in campagna, liberamente e venga loro proibito di salire sui preziosi mosaici anch’essi “liberamente” posizionati in campagna e quindi nel loro territorio? Sarei felice se, finalmente, l’Istituzione che ha la responsabilità del sito la smetta di tirare in ballo l’Ente Comune per tutto, a titolo sempre di cortesia (incipit della consueta telefonata) e compia tutti i necessari interventi per la definitiva sistemazione del nostro tesoro. Sarei felice se dopo circa due anni si introducesse di nuovo il ticket per investire gli introiti nella manutenzione ordinaria e straordinaria. Sarei felice se, impossibilitata, questa Istituzione, a gestire bene il sito ammetta il fallimento e il disinteresse e consegni tutto, escluso la tutela, al Comune di Noto”. E siamo certi che la questione non finisce qui.

Emanuela Volcan

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