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Zappulla: “Cambiamento radicale e vecchie manfrine”

Basta con il festival delle libere interpretazioni degno dei peggiori azzeccagarbugli. Nuovo governo della città significa cambiamento radicale e non vecchie manfrine pasticciate. Per costruire un nuovo governo della città bisogna cancellare quello precedente: c’è davvero  poco da interpretare.

E a quanti si affannano, preoccupati di fughe in avanti, io registro solo tentativi di fuga dalla responsabilità di assumere provvedimenti politici all’altezza della gravità della situazione, in grado di entrare in sintonia con i sentimenti diffusissimi e dilaganti in città.

La proposta sensata di Marziano puntava a cogliere l’obiettivo evitando il rischio di impiccarsi sulla terminologia e spaccare la direzione. Il percorso condiviso è quello di costruire una svolta radicale attraverso una seria verifica interna e con l’intera coalizione del centrosinistra.

Fermo restando il diritto-dovere di coloro che sono coinvolti nelle vicende giudiziarie di dimostrare la loro estraneità, questa soluzione  non sana certo le differenze nè annulla valutazioni diverse sulle vicende giudiziarie e sul rispetto che si deve alla magistratura. Ma afferma la consapevolezza comune di un disagio profondo che si è manifestato in città e rischia di travolgere l’Amministrazione, il Consiglio e la stessa politica. Una profonda crisi di legittimità che non si recupera certo con gli accomodamenti né con le inutili e noiose dispute nominalistiche ma con provvedimenti politici all’altezza della gravità della situazione.

Il rimpasto, più o meno rinforzato e pilotato, è figlio di norma della ordinaria amministrazione mentre il Pd, il centrosinistra, l’Amministrazione, Garozzo hanno bisogno di atti politici straordinari.

Un segnale chiaro e netto di cambiamento, quindi, per rilanciare i temi che riguardano la vita concreta dei cittadini: dalla grande emergenza lavoro alle politiche sociali, dall’aspetto urbanistico della città ai servizi fondamentali dei trasporti, dell’acqua, dei rifiuti e dello sport. In buona sostanza: alzare seriamente l’asticella della trasparenza e della legalità rimettendo al centro i temi programmatici delle condizioni materiali di vita dei cittadini.

Non sono interessato ad altro, le furbate nominalistiche non hanno senso se non quello di perdere una occasione straordinaria di non rompere in modo letale il legame di fiducia e di credibilità, già’ fortemente compromesso, con la città. E come ho già dichiarato in Direzione, soluzioni pasticciate e inadeguate non troveranno il mio consenso e mi tirerò  fuori, esattamente come ha avuto modo di dichiarare nelle conclusioni il segretario regionale Fausto Raciti.

E a quanti sono stati travolti dalla sindrome espulsiva confermo che amo confrontarmi anche duramente con chi la pensa diversamente e non chiedo certo provvedimenti simili, ma ritengo ugualmente utile precisare che – se proprio bisogna espellere qualcuno –  si punti a quanti violano gravemente il codice etico e morale del partito, agli struzzi permanenti  e ai killer del buon senso, del buon gusto e del rispetto delle opinioni degli altri”.

Pippo Zappulla

deputato nazionale Pd

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