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Siracusa, la morte di Elvira Leone continua a rimanere nel mistero

Il sostituto procuratore della Procura di Siracusa Antonio Nicastro ha fatto appello alla trasmissione “Chi l’ha visto?” per porre l’attenzione generale sul giallo dell’omicidio della professoressa Elvira Leone. Nella puntata di mercoledì della popolare trasmissione di Raitre, è stato fatto il punto delle indagini e, soprattutto, sono stati lanciati dei messaggi verso chi possa dare un serio contributo allo sviluppo dell’inchiesta che al momento è ferma alle ultime azioni dei carabinieri del Ris di Messina su un sopralluogo in una villetta di contrada Arenella.

«Da quel 3 aprile 2014, giorno in cui è stata riscontrata la morte della donna – ha detto il pm Antonio Nicastro – non ci siamo mai fermati nelle ricerche dell’assassino della professoressa Leone. Chiunque sappia qualcosa deve rivolgersi ai carabinieri in modo da ricostruire ogni piccolo tassello mancante».

All’attenzione che la procura ha voluto mettere in evidenza ci sono: il filmato tratto dalle telecamere di piazza della Repubblica, in cui si vede uno sconosciuto che sparisce nella notte. Il 27 marzo, giorno dell’omicidio, alle 18.33 un uomo entra tenendo qualcosa di bianco in mano. Alle 23.14 esce dal portone del palazzo in cui abitava la docente e porta con se un borsone che sembra essere pieno. Poi rientra nel palazzo e poco dopo ne esce con un’altra borsa che carica su un Suv, Jeep Cherokee di colore nero e si allontana verso via Tevere. Ma dalle immagini è impossibile vedere il volto e la targa del Suv. Automobile che nessuno dei condomini conosce. «O è l’assassino o è qualcuno non c’entra nulla – dice il Pm Antonio Nicastro – Se è questa seconda ipotesi, si faccia vivo e ci sveli la sua identità. Chi lo rivede si rivolga ai carabinieri».

È stato diffuso l’identikit diffuso del potenziale assassino, realizzato dai carabinieri. Il domestico della vittima ha raccontato che sette giorni prima dell’omicidio, intorno alle ore 13, la professoressa Leone aveva ricevuto la visita di uno sconosciuto, ospitato nel salone. Il giovane sembrava interessato a guardarsi intorno e non ai ricami preziosi mostrati dalla vittima. Nessuna sulle telecamere della videosorveglianza.
L’elemento principe è il Dna estratto da una goccia di sudore mischiato al sangue della donna in un asciugamano, ma la parallela comparazione con numerose persone non ha dato alcun esito. La vittima conosceva di certo il suo aguzzino. Era prudente. Non avrebbe mai aperto ad uno sconosciuto

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