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Cda Ias, Turi Magro subentra a Sebastiano Sbona ma tutta la vicenda si è tinta di giallo con dossier e impianti vecchi, dove indaga la procura

La politica non smette mai di traccheggiare. A sorpresa il vecchio leone democristiano, Turi Magro subentra nel Consiglio di Amministrazione dell’Ias di Priolo Gargallo in sostituzione di Sebastiano Sbona, silurato dalla “politica amica”, dopo un tira e molla che dura da parecchi mesi. Ma questo fatto ha spareggiato i giochi di potere all’interno degli interessi diffusi che si annidano nei dintorni dell’Ias, tra i privati e la Regione. La sostituzione di Sbona con Turi Magro non piace a tanti che vedono nel vecchio leader democristiano un “pericolo” non dichiarato, dove si parla di dossier e di contro dossier entrati subito in campo.

La notizia è rimbalzata come un fulmine a ciel sereno negli ambienti della politica siracusana e si spiega con la sostituzione in quota al comune di Melilli, dove sono in corso già da qualche tempo prove tattiche di alta politica per riequilibrare le forze in campo, nelle tematiche del rinnovo del consiglio comunale, delle regionali e nel contesto generale di un gioco delle parti dei poteri in campo.

Ma la vicenda Ias non è per niente chiusa. La politica non è stata capace a dipanare l’ingarbugliata matassa, ma soprattutto spicca la mancanza dell’impegno della deputazione regionale siracusana. Insiste poi il rebus sul ritardo dell’accettazione e dell’insediamento alla carica di presidente dell’Ias di Maria Grazia Brandana, attuale presidente dell’Irsap e, come se nulla fosse, si continua nel silenzio e nel tergiversare della politica di una storia che comincia a far sorgere seri dubbi sugli interessi nascosti nel sotto bosco dell’Ias e dintorni.

I dipendenti dell’Ias di Priolo hanno scioperato compatti a lungo, preoccupati dello stato di abbandono in cui versa il depuratore consortile dei reflui industriali del petrolchimico siracusano. Ma tutto questo non ha fatto la differenza nella vertenza insorta con la Regione Sicilia. Quest’ultima reclama la somma di circa due milioni e ottocentomila euro che l’Ias deve versare nelle casse della Regione per l’uso e la gestione degli impianti che da sei lunghi anni non ha versato un euro delle somme dovute e scritte nella convenzione, mentre dall’altro lato gli industriali si vorrebbero impadronire degli impianti e di tutta l’Ias ad un prezzo stracciato, per la classica una mangiata di pasta, poggiando la condizione proprio sugli impianti ormai vecchi usati e maltrattati dal “sistema”.

Ma la preoccupazione maggiore – dicono ancora una volta i rappresentanti dei lavoratori di Cgil, Cisl e Uil – è per lo stato in cui versano gli impianti arrivati ormai al capolinea, vecchi e obsoleti. Infatti, per la rimessa degli impianti occorrono circa dieci milioni di euro che nessuno vuole pagare. Un tira e molla che ha chiuso in un vicolo cieco le problematiche, dove i silenzi e gli ammiccamenti del Palazzo sono fortemente sospettosi, in una lotta dura carica di compromessi e interessi.

E per un servizio di depurazione vitale per la zona industriale, l’ambiente circostante all’impianto è invece maltrattato. Un’aria pesante si respira al solo transitare attorno al depuratore a causa della puzza dei vapori velenosi che fuoriescono dagli impianti dell’Ias, che costringe molte volte, in base ai venti che spirano, i residenti di Priolo a respirare quei cattivi odori. L’aggravante insiste per gli addetti ai lavori che sono obbligati a respirare quell’aria malsana durante tutte le ore di lavoro. E non sono mancati da parte dei sindacati e dei lavoratori nel passato i riferimenti per i vari casi di malattie verso i dipendenti ritenuti insolite e le tante manifestazioni di malessere per visitatori e maestranze a causa dei disturbi olfattivi, dove sta indagando già da qualche tempo la Procura della Repubblica di Siracusa. I silenzi in tal senso non possono essere giustificati dal mantenimento del posto di lavoro. Un pane amaro sudato e guadagnato con tanta sofferenza. La mancata entrata in funzione dell’impianto di deodorizzazione e la mancata copertura delle vasche di accumulo creano quella puzza nauseabonda irresistibile e l’aria irrespirabile che soffoca. Ma è stata ancor più forte e decisa la denuncia dell’’ex presidente dell’Ias, Sara Battiato prima di andar via, la quale dichiarava che “l’impianto di deodorizzazione non è mai entrato in funzione perché inadeguato”. L’accusa è pesante. Responsabilità diffuse e parecchi milioni di euro buttati dalla finestra; soldi pubblici sperperati per realizzare un apparato che non servirà a niente. Impianto che nel mese di luglio del 2009 fu inaugurato in pompa magna dalla ministra per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo e presentato come una nuova apparecchiatura rivoluzionaria per l’abbattimento della puzza nauseabonda che colpisce la cittadina di Priolo e i dipendenti.

La logica che insiste nel rappresentare tal siffatta condizione rimane che solo i poveri periscono di fronte all’arroganza del potere economico, stavolta rappresentato dagli industriali senza scrupoli e dai traffici della politica regionale, rea di creare mostri mangia soldi per lucrare, negli interessi della casta, abbandonando il popolo, sovrano sono sulla carta.

Concetto Alota

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