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Il ministro Costa: “Un piano per le bonifiche”

È alta l’attenzione del ministero dell’Ambiente e del governo nazionale sul quadrilatero industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa. Gli effetti di un inquinamento ambientale che ha origini antiche e conseguenze ancora vivissime sulla popolazione e sul territorio sono tristemente noti, sia a chi vive in quelle zone e purtroppo ha spesso in famiglia un malato di tumore sia a chi come me, che me ne occupo da rappresentante dello Stato, ha a cuore le tante ferite non rimarginate dei numerosi Siti di interesse nazionale (Sin) d’Italia, da Porto Marghera a Taranto, da Crotone a Milazzo a Priolo, per ricordarne solo alcuni.

Purtroppo, come sapete, si tratta di un problema complesso a cui non si possono dare risposte rapide in tempi brevi. Sarebbe disonesto dire il contrario. Ma provare a fare qualcosa si può, a partire dalla sburocratizzazione e semplificazione dei procedimenti legati alle bonifiche. Finora si sono tenute 1600 conferenze di servizi interlocutorie per i 41 siti di interesse nazionale. Noi vogliamo invertire la marcia perché è il momento di dare tempi precisi e di partire seriamente con le bonifiche, modificando le norme esistenti.

La Direzione compente del ministero dell’Ambiente sta seguendo con attenzione l’iter complesso della messa in sicurezza e bonifica delle varie aree del Sin di Priolo, dove è stata riscontrata contaminazione nei terreni, nei sedimenti marini, nelle acque superficiali, sotterranee e profonde. E anche le altre Direzioni interessate stanno seguendo quanto concerne di loro competenza, dalle autorizzazioni integrate ambientali (Aia) per gli impianti industriali alla qualità dell’aria all’abbattimento delle emissioni.

Il Catasto inquinanti, cui si fa riferimento nella vostra petizione, è aggiornato ogni anno dall’Ispra, ai sensi della norma comunitaria: l’Italia agisce sotto lo stretto controllo dell’Unione europea.
Nel recente Piano regionale di tutela della qualità dell’aria ci sono prescrizioni severe per le Aia, in un’ottica di prevenzione e riduzione dei rischi sulla salute umana, e questo fa ben sperare, confidando in un rispetto rigoroso di quanto previsto. Alcuni giorni fa ho firmato un decreto ministeriale per la raffineria di Milazzo affinché questo impianto industriale, come gli altri simili presenti sul territorio nazionale, adotti le Bat, ovvero le migliori tecnologie esistenti. In questo modo le emissioni saranno sensibilmente ridotte: si stima del 50%. Se c’è un modo migliore per gestire l’ambiente, e quindi la salute, io come uomo dello Stato ho il dovere di farlo e di servire il cittadino.

In un’ottica più generale, ma che riguarda anche il vostro quadrilatero industriale, mi sto battendo affinché si dica gradualmente addio alle energie fossili a livello nazionale. E’ stata avviata la decarbonizzazione del Paese al 2050, che prevede una tappa intermedia al 2030. Con la recente presentazione del Piano nazionale clima ed energia abbiamo voluto mettere in campo una transizione equilibrata per raggiungere questo traguardo, una transizione che ci dia tempo per organizzare le nuove produzioni e porti ad un aumento dei posti di lavoro. Sappiamo bene che per ogni miliardo speso in fonti fossili si producono circa 5 mila posti di lavoro, mentre per ogni miliardo speso nelle rinnovabili se ne ottengono 15 mila. Proprio per facilitare questa fase di passaggio abbiamo predisposto un monitoraggio degli effetti del Piano: ogni due anni faremo un tagliando per verificare che ci sia equilibrio e che i risultati siano quelli che vogliamo.

Il nostro obiettivo è difendere l’ambiente, creare posti di lavoro, tutelare la salute umana. Lo dobbiamo ai nostri figli, per i quali bisogna creare le premesse per il rilancio economico, all’insegna della sostenibilità, del territorio in cui vivono. Occorre, dunque, un impegno concreto, da parte di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni locali, per raggiungere un risultato che sta a cuore tutti: il riscatto e la rinascita “verde” della zona industriale di Siracusa.

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