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Una corona di fiori in caserma per ricordare Lele Scieri

La notte del 13 agosto di diciassette anni fa a Pisa un muro separava, e continua a farlo, il mondo militare da quello in abiti civili. Diciassette anni fa all’interno della Caserma Gamerra di Pisa e a pochi metri da quel muro, ai piedi di una torretta, perse la vita in circostanze più che misteriose Emanuele Scieri giunto in quella caserma da poche ore.

Rientrato dopo la libera uscita Emanuele Scieri non risultò presente al contrappello sebbene fosse stato accertato il suo rientro in Caserma.

Il suo corpo venne ritrovato dopo tre giorni, dopo tre lunghi e caldi giorni, proprio ai piedi di quella torretta in seguito a una presunta “accidentale” caduta risultata poi fatale da un’altezza di circa dieci metri.

Emanuele, un ragazzo affidato ad una caserma e da questa dimenticato per tre lunghi giorni.

La magistratura ad oggi non è stata in grado di accertare alcuna responsabilità pur riconoscendo che dei presunti “ignoti” abbiamo cagionato la morte di Emanuele Scieri.

Oggi alla caserma Gamerra di Pisa, sono ospiti i componenti della commissione parlamentare d’inchiesta per la morte di Scieri. La commissione, che ha depositato una corona di fiori sul luogo in cui è stato trovato il corpo privo di vita di Lele, ha sentito fino a oggi una ventina di testimoni. La presidente Sofia Amoddio e gli altri componenti tra cui Pippo Zappulla, hanno fatto emergere i tanti non ricordo da parte di militari che erano in servizio in quei giorni in cserma.

“Siamo certi che Emanuele Scieri, se soccorso in tempo, si sarebbe potuto salvare e con lui i suoi sogni”, dice Carlo Garozzo, presidente dell’associazione Verità ,e Giustizia per Lele”.  Se dopo 17 anni siamo ancora qua a chiedere Verità e Giustizia è perché il senso di indignazione non ci ha abbandonato. Dopo 17 anni non ci arrendiamo, non ci fermiamo e mai lo faremo. Pretendiamo, verità e giustizia per Emanuele Scieri.

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