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Il presidente di Confcommercio Romano: “Non appoggeremo chi ha tradito il territorio Siracusano”

Il presidente di Confcommercio Siracusa, Sandro Romano, prende carta e penna e scrive a Matteo Renzi, a Silvio Berlusconi, al segretario dei centristi siciliani, Giampiero D’Alia, e per conoscenza a Rosario Crocetta e al presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Cari Segretari e Presidenti, mi permetto con la presente di scrivere questa breve lettera per esprimervi alcune considerazioni circa gli avvenimenti legati alla Camera di commercio della Sicilia Orientale di Catania, Siracusa e Ragusa”. Sulla scia delle scelte dell’attuale Governo- afferma Romano – sviluppate dal Ministero secondo l’orientamento politico, le Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa, circa due anni fa, avviano “volontariamente” l’iter di accorpamento dando origine alla Camera di commercio della Sicilia Orientale con le delibere delle Camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa. Tuttavia, quando un gruppo ristretto di associazioni siracusane, capitanate da Confindustria Siracusa, prendono atto della schiacciante vittoria del gruppo rappresentato dalla Confcommercio, si avvia una campagna mediatica di delegittimazione e di mistificazione senza precedenti. Si grida al broglio elettorale e si avviano maldestre procedure per bloccare l’iter che nel frattempo, seppur con gravi rallentamenti, è stato completamente ultimato”.

“Ora, i seguenti deputati del territorio siracusano – continua il presidente di Confcommercio Siracusa – Bruno Alicata e Stefania Prestigiacomo per Forza Italia, Pippo Zappulla, Stefania Amoddio, Marika Cirone De Marco per il Partito Democratico, Pippo Sorbello per i Centristi di Sicilia, Giambattista Coltraro ex Sicilia Democratica – si sono deliberatamente schierati a favore di questa minoranza senza sentire le ragioni dell’altra parte e, di fatto, calpestando la democrazia che si è invece concretizzata con le elezioni del nuovo Consiglio Camerale. Questi onorevoli, hanno sottoscritto un invito al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per non procedere alla nomina dei Consiglieri camerali i cui seggi erano già stati assegnati. Ovviamente questo immobilismo arreca un grave danno a tutte le aziende del territorio che vedono nella Camera di Commercio una possibile soluzione alla crisi socio-economica della Sicilia”.

 

“Pertanto – conclude Sandro Romano – tutto il management di Confcommercio ha deliberato durante lo scorso Consiglio di intraprendere una chiara posizione nei confronti dei deputati succitati chiedendo ai ns associati, ai loro lavoratori e alle loro famiglie di “non votare” chi si è spietatamente schierato contro i processi democratici relativi alle regolari elezioni del Consiglio camerale e di “non votare” le liste a loro collegati”.

E come un fulmine a ciel sereno, arriva dalla Corte Costituzionale, che con la sentenza numero 251 appena emessa, non lascia adito a dubbi. La legge delega Madia (la 124 del 2015) – in pratica la legge “mamma” di riforma della pubblica amministrazione che poi si traduce in una serie di leggi “figlie” di attuazione – viola la Costituzione laddove prevede di riformare l’assetto pubblico solo “previo parere” e non “previa intesa” con le Regioni. Legge che doveva regolare anche gli accorpamenti e le condizioni in generale delle Camere di Commercio in Italia.

Una riflessione è d’obbligo e rispecchia come la politica è legata agli interessi di parte che tralascia spesso il passato, ma non conforma il futuro, appena nel caso, di una comunità come quella siracusana, dove tutti, o quasi, i parlamentari eletti o nominati, hanno, di fatto, preferito servire i poteri forti e non il popolo sovrano.

C.A.

2 pensieri riguardo “Il presidente di Confcommercio Romano: “Non appoggeremo chi ha tradito il territorio Siracusano”

  • Michele Marchese

    Sarò ripetitivo, ma la soluzione sta nell’andare in gruppo, numeroso, sotto Palazzo d’Orleans e incatenarci fino a quando Crocetta non firma il Decreto e lo invia alla GURS.
    Il resto? Fa il gioco dei perdenti ritardatari, compresi quelli che tu definisci “politici”.

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  • E se non bastano le catene, bisogna cominciare anche a prendere in considerazione una bella rivoluzioncina per far capire a questi “signori” della politica che i tempi dei complotti e degli inciuci sono finiti e il popolo comincia ad avere le scatole piene.

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