Cultura

Lo scrittore Marco Vergottini: “Martini e noi”

Marco Vergottini è un teologo laico. Insegna presso la Facoltà di Teologia di Lugano. E’ stato vice-Presidente dell’Associazione Teologica italiana (2003-2011) ed ha pubblicato studi su teologia contemporanea, Paolo VI e Vaticano II. Ha fondato www.vivailconcilio.it  e  oggi coordina www.eancheilpaparema.it. Ha girato il docufilmConcilio Vaticano II (2012), andato in onda su Raiuno. È curatore del libro “ Martini e noi”, Edizioni PIEMME, Milano 2015.

Per quanti anni è stato stretto collaboratore del cardinale Martini?

“Dal 1984 al 2002, durante l’episcopato del cardinale C.M. Martini a Milano (1980-2002) ho ricoperto la carica di  Segretario del Consiglio Pastorale Diocesano e sono stato socio fondatore di “Aquila e Priscilla”, cooperativa dei responsabili laici di oratorio, tutt’ora attiva sul territorio della Diocesi di Milano.

Come è nata l’idea del libro ?

“ A tre anni dalla morte di Martini c’era la voglia di capire come e quanto la lezione del Cardinale fosse ancora viva e capace di scaldare i cuori di tante persone. Cuori pensanti. Naturalmente il libro è uscito in coincidenza con il III anniversario della morte del Cardinale”.

Quali erano i temi che C.M. Martini prediligeva?

“La passione per l’evangelo, la parresia, l’invito a uno stile di Chiesa sinodale, la lotta per la giustizia e il perdono, l’attenzione ai poveri”.

Il libro ha una sua struttura ben definita, cosa ha chiesto ai vari autori dei contributi?

“Intanto ci tengo a mettere in chiaro, puntualizza il prof. Vergottini, che il libro non  è un’agiografia del Cardinale. Vuole, invece, continuare, empaticamente, a tener vivo il colloquio con lui ed insieme onorare la sua eredità di pensieri e parole.

Il libro si presenta con una trama e un ordito. La trama è costituita da sei “stanze” che ospitano e raggruppano i diversi contributi: 1) L’intellettuale e la polis; 2) Il credente e la vita spirituale; 3) Il biblista e Gerusalemme; 4) Il vescovo e la sua Chiesa; 5) L’uomo del dialogo ecumenico e interreligioso; 6) Il pastore e le forme della comunicazione. L’ordito prevede una scansione in tre momenti: a) un titolo incisivo ed evocativo per ogni pezzo; b) una citazione martiniana a modo di incipit; c) il racconto del “mio Martini” da parte dei diversi autori”.

Quale peculiarità ha caratterizzato il Cardinale

“La straordinarietà. La straordinarietà  di questo uomo di Chiesa, di questo uomo di confine, confine per tutti, che ha riscosso interesse ed attenzione nel mondo laico come nessun’altra personalità del mondo cattolico”.

Bianchi–Cacciari–Cazzullo–Colombo–De Bortoli– Giorello–Lerner–Mancuso–Marino–Monti–Prodi–Ravasi–Candido–Mogavero–Garzonio, per citare alcuni di questi testimoni

“Le iniziali ottanta testimonianze di volta in volta (di mese in mese) crescevano. Amiche e amici del Cardinale mi comunicavano che stavano per consegnarmi altre testimonianze. Il libro è stato spostato da gennaio a maggio del 2015 e i contributi raccolti sono centoundici”.

Il libro è un piacere leggerlo

“ Si perché questo libro si legge come un romanzo, con la raccomandazione di assaporare a piccoli sorsi i centoundici titoli, gli incipit martiniani e gli altrettanti ritratti personali. E chissà che ciascun lettore non finirà per coltivare il desiderio di scrivere in cuor suo il “mio Martini” ”.

A noi in particolare, ci ha colpito, lasciando il segno, fra le tantissime interessanti, quella di Marco Garzonio, giornalista, scrittore e tanto altro, amico personale del Cardinale, quando dice “ una città intera dal giorno del funerale ha incominciato a far la coda per sostare almeno un momento con te e…..” e poi ancora “è una tomba, questa, luogo non certo di morte però, bensì di ritrovo dell’anima e occasione di gioia per me e per molti”.

Salvatore Spallina

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