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In consiglio comunale il regolamento di Polizia municipale

 

È ripreso ieri in consiglio comunale, con l’approvazione degli articoli 2, 3 e 4, l’esame del nuovo regolamento di Polizia municipale, primo punto all’ordine del giorno della nuova sessione. La seduta si è interrotta, per mancanza del numero legale, mentre erano in votazione gli emendamenti all’articolo 5; l’assise tornerà a riunirsi stasera alle 18 in seconda convocazione

L’articolo 2, che definisce i concetti sicurezza urbana e pubblica incolumità e indica le fattispecie sulla quali si intende intervenire, dopo la lettura del presidente Santino Armaro, è stato approvato senza discussione.

All’articolo 3 il regolamento vieta, in luogo pubblico, aperto al pubblico od esposto al pubblico, di compiere atti che possano offendere la pubblica decenza, tra cui soddisfare le esigenze fisiologiche, compiere la pulizia personale, esibire parti intime del corpo: la violazione di queste disposizioni prevede la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 50 a 300 euro. L’esercizio della prostituzione, che sarà desumibile dallo stazionamento con atteggiamenti tesi all’adescamento ovvero con abbigliamento e atteggiamento non rispondente ai canoni della pubblica decenza sarà soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 150 a 450 euro.

Prima della votazione e dell’approvazione, sul punto di sono registrati gli interventi di Tony Bonafede e Salvatore Castagnino. Per il primo, il regolamento è una ripetizione di norme già esistente nel Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e, quindi, rischia di essere una manovra elettorale; per il secondo, al contrario, le norme nazionali offrono la cornice all’interno della quale vanno calati i regolamenti specifici per le città. Semmai l’Amministrazione, anche in assenza del  regolamento, avrebbe dovuto chiedere per tempo al prefetto di far intervenire le forze dell’ordine per colpire le situazioni di degrado o di violazione del codice della strada da parte dei posteggiatori abusivi.

Nella replica, l’assessore alla Polizia municipale, Salvatore Piccione, ha riferito di avere sollevato il problema già nel mese di maggio in Prefettura ma fu evidenziata la necessità di dotarsi di un regolamento comunale. La norme nazionali (Tulps e relativo regolamento) e persino il Decreto sicurezza del 2017 da sole non forniscono gli strumenti utili, specie quando si tratta di applicare sanzioni quali l’allontanamento coattivo o il Daspo urbano.

Più articolata la discussione sull’articolo 4, poi approvato con due emendamenti proposti dalla commissione competente, che punisce i comportamenti di intralcio alla viabilità e di alterazione del decoro urbano nelle aree pubbliche. Tra questi previsti il divieto di sedersi o sdraiarsi per terra e quindi impedirne la piena fruizione e la libera circolazione; è vietato chiedere l’elemosina, vendere merci o dare servizi quali la pulizia o il lavaggio di vetri; veicoli; offrirsi quale addetto alla regolamentazione della sosta o quale incaricato della custodia dei veicoli dietro il pagamento di un compenso anche a titolo di offerta volontaria, il “parcheggiatore abusivo”;  mendicare simulando infermità o sfruttando minori e in modo comunque vessatorio; è vietato utilizzare animali per la pratica dell’accattonaggio. La violazione della disposizione comporterà la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100 a 500 euro e l’eventuale sequestro e confisca degli oggetti usati.

L’articolo sanziona anche coloro che si offrono quale addetto alla regolamentazione della sosta o quale incaricato della custodia dei veicoli dietro il pagamento di un compenso anche a titolo di offerta volontaria, il cosiddetto “parcheggiatore abusivo”. Sulla base dell’articolo 10 della legge 48 del 2017, oltre alla sanzione amministrativa e al sequestro dell’incasso rinvenuto, al parcheggiatore abusivo verrà notificato l’allontanato per 48 ore dai luoghi dove esercita l’attività se rientranti tra quelli individuati, oltre che dalla legge, anche dal nuovo regolamento comunale all’articolo 5. In caso di recidiva sarà applicato un ulteriore provvedimento di allontanamento per 6 mesi. In caso di recidiva si applicherà l’articolo 650 del codice penale”.

L’articolo 4, con i due emendamenti della commissione, è stato modificato nel senso che sono state estese le zone della città in cui è possibile perseguire i parcheggiatore abusivi. Tutti respinti i 3 restanti emendamenti: uno firma di Alessandro Acquaviva e uno presentato da Bonafede (primo firmatario) erano tesi a escludere da regolamento chi vende merce o lava i parabrezza ai semafori e chi chiede l’elemosina; l’altro (prima firmataria Simona Princiotta) era teso ad elevare da 100 a 300 euro la sanzione minima prevista. Contrari alle modifiche si sono detti Alberto Palestro, Castagnino, Fortunato Minimo, Dario Tota, il presidente della commissione, Giuseppe Casella e Gaetano Firenze.

I numero legale è venuto meno sugli emendamenti all’articolo 5 che individua le aree comunali dove è prevista l’applicazione del “decreto Minniti”. Sono le aree di grande valore storico, architettonico, artistico, archeologico, ambientale ed interessate da consistenti flussi turistici quali il Parco archeologico della Neapolis, il centro storico di Ortigia a partire dai ponti Santa Lucia e umbertino, le vie di accesso o a suo servizio, il museo “Paolo Orsi”, il santuario della Madonna delle Lacrime, la chiesa e le catacombe di San Giovanni, la chiesa di Santa Lucia extra moenia, le catacombe di Santa Lucia e la basilica di Santa Lucia al sepolcro, l’area di piazza Adda, i cimiteri Monumentale ed Inglese, la zona balneare di Costa del sole ed Arenella, quella di Fontane Bianche, le aree mercatali, i musei e gli edifici monumentali, le scuole, i parchi e le aree verdi aperte al pubblico.

Al momento dello scioglimento si stava votando una proposta della commissione volta ad estendere a tutta le zone balneari l’applicazione dell’articolo 5.

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