Cultura

Noto, aperto il Museo del Barocco 

Uno scrigno di tesori, un contenitore bello e prezioso già nel suo involucro che potrà solo arricchire ancor di più lo straordinario patrimonio della città Capitale del Barocco e Patrimonio dell’Umanità. Noto sabato sera si è riappropriata in tutto e per tutto di un altro dei “gioielli di famiglia” l’ex Caserma Cassonello, ma prima di tutto Convento di Sant’Antonio nella zona del Piano Alto, il balcone sul cuore del centro storico. E dire che tre anni e mezzo fa rischiava di diventare la sede della Condotta Agraria. E’ proprio il Sindaco di Noto Corrado Bonfanti, a ricordare quanto accaduto: “Finiti i lavori la Sovrintendenza mi invitò a visitare i locali e mi dissero “qui verranno allocati gli uffici della Condotta Agraria”, una soluzione che mi lasciò subito perplesso, così proposi uno scambio; avremmo destinato altri locali alla Condotta, per tenere questi a disposizione di un progetto culturale. Così ebbe inizio tutto il percorso sino ad arrivare alla serata di oggi”. Una grande soddisfazione perché permette di continuare il percorso intrapreso da questa Amministrazione, di ampliamento non solo in termini numerici di luoghi deputati alla cultura, ma anche dell’area di interesse turistico-culturale che continua a spostare il proprio asse, affinché dal centro storico si arrivi ad inglobare tutto il Piano Alto, dove ci sono mirabili esempi di edifici barocchi e liberty. “Sono tante le persone da ringraziare in questo momento- ha proseguito il Primo Cittadino- Lorenzo Guzzardi, l’ingegnere Foti dell’Università di Catania, e Corrado Fianchino, Responsabile scientifico e coordinatore”. Proprio Corrado Fianchino ha poi guidato i presenti attraverso i tesori dello scrigno appena aperto: il rettangolo aureo, i materiali lapidei, i conci, di tre misure, con i quali sono stati realizzati tutti gli elementi dell’architettura barocca: “Che esistesse già un sistema di questo tipo, per la costruzione di edifici, è cosa assolutamente eccezionale, un vanto per Noto”. Un’intera sala ospita infatti la mostra “Le pietre sacre del Barocco”, dalla quale poi si accede a quelle che, invece, ci raccontano “I mecenati del barocco”, ovvero le 7 famiglie nobili protagoniste della storia: Landolina, Nicolaci, Impellizzeri, Di Lorenzo, Trigona, Rau, ed Astuto. Un lavoro minuzioso, attento, suddiviso in quattro sezioni: caratteristiche dei feudi, economia e cultura , araldica, il palazzo e i dipinti, e per la famiglia Astuto anche i pannelli dedicati all’archeologia, monete e incunaboli. Da sottolineare gli splendidi affreschi riportati alla luce nelle pareti e nelle volte delle sale. Continue scoperte di un passato che è presente, più che mai, e sulle quali poter costruire il futuro attraverso uno sviluppo maggiore di quel turismo culturale da cui non si può prescindere. Proprio sotto questo punto di vista, molto apprezzato è stato l’intervento iniziale di Michele Romano, docente dell’Istituto Scolastico Superiore “Matteo Raeli” di Noto, e dei suoi alunni chiamati ad illustrare gli stemmi delle casate nobiliari esposti proprio all’ingresso del Museo: “L’araldica è una scienza e come tale va trattata, studiata ed illustrata – ha detto il professore Romano-. Con me hanno lavorato le professoresse Cirinnà e Cataneo, ed il grazie va al nostro Dirigente Concetto Veneziano. E’ molto importante che l’archeologia entri nelle scuole così come è ugualmente importante che un Museo parli con il territorio. Il dialogo con i nostri studenti è appena iniziato perché adesso verranno preparate le illustrazioni in inglese ed anche in arabo”. Un gruppo di lavoro qualificato ed altamente motivato è giunto, dunque, a questo momento di inaugurazione: Responsabile Corrado Fianchino; Responsabile dell’allestimento Mariateresa Galizia. Per la sezione “I mecenati del barocco” ricerche documentaristiche Sebastiano Primofiore, lettura iconografica Giuliana Fiori (protagonista di un’approfondito momento dedicato ai dipinti più belli presenti nei Palazzi dei nobili netini); per i pannelli espositivi collaboratori Cettina Santagati, Graziana D’Agostino, Erica Librici, per le foto Rosario Pecorella. Sezione “Le pietre sacre del barocco”, ricerche: responsabili Corrado Fianchino e Gaetano Sciuto, collaboratori Rosa Caponetto e Cettina Santagati. Una delle sale del Museo è stata riservata a spazio per le conferenze ed un’altra al corner book con le più importanti pubblicazioni sulla storia della città, passata e presente.

Emanuela Volcan

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