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Bando periferie: ecco come cambiano le periferie di Siracusa

Nota congiunta sulle risorse del bando per le periferie firmata dal segretario nazionale del Partito democratico Matteo Renzi e Giancarlo Garozzo, sindaco di Siracusa.

La firma della convenzione sul “bando periferie” rappresenta per Siracusa un’occasione di sviluppo che va oltre il semplice recupero urbanistico per estendersi all’intera collettività. Se il tema che sta alla base di questo percorso è quello del “rammendo” delle città, allora sarà bene mettere in campo uno sforzo affinché esso non si limiti alla riqualificazione di qualche zona degradata ma riguardi anche i cittadini e si colga questa occasione per iniziare a ricomporre lo spirito della comunità siracusana.

Quando il grande Renzo Piano iniziò a parlare di “rammendo urbano” di certo non pensava al solo restauro dei palazzi delle periferie per renderli presentabili – se non belli – come quelli del centro. Non si diventa uno dei più grandi architetti al mondo se si pensa solo in funzione dell’estetica e non si riflette sul significato dei progetti e delle opere in chiave sociale. Nella definizione di “rammendo urbano”, come lo stesso Piano ha avuto modo di spiegare, l’aggettivo va interpretato anche nell’accezione di “civile”, e dunque gli interventi non devono essere fine a se stessi ma devono avere anche il compito di riavvicinare la gente, farla sentire parte viva della stessa città e sviluppare il senso della convivenza.

In quest’ottica, lo stesso concetto di periferia cambia significato: non solo quartieri-dormitorio difficili da raggiungere, scarsi di servizi e privi di punti di aggregazione, ma tutti quei luoghi, anche in prossimità del centro, rimasti fuori dai piani di recupero e che tendono a ghettizzare le persone. Rivolgere lo sguardo a queste aree urbane significa concentrasi sulla parte numericamente più rilevante della popolazione, significa occuparsi di un’umanità varia che vuole vivere meglio e ha bisogno di opportunità per lasciare i margini in cui si sente relegata.

Il merito del Governo è stato di avere colto la forza dell’impostazione di Renzo Piano e di avere investito una somma senza precedenti, 4 miliardi euro, per la realizzazione di interventi che saranno di  rigenerazione urbana e soprattutto sociale. I quasi 18 milioni di euro spettati a Siracusa grazie al “bando periferie” saranno destinati alla soluzione di molte criticità attraverso l’attuazione di un “master plan” formato da 9 progetti. Sono stati studiati dopo avere ascoltato cittadini e stakeholder e, dunque, rispondono ad esigenze concrete, fuori dalla logia delle grandi opere ma pensati per fornire ai residenti motivazioni a restare.

Saranno interessate cinque macro-aree che abbracciano una vasta porzione di territorio, due a ridosso del centro storico, o che ne sono parte, e due più lontane. Si punterà sulla riqualificazione dell’area compresa tra corso Umberto e la stazione ferroviaria, ricca di attività commerciali e artigianali; sul Porto piccolo e la zona circostante per sfruttarne finalmente le enormi potenzialità; sull’area tra via Piave e piazza Santa Lucia affinché torni a popolarsi come nei passati decenni e torni viva anche dal punto di vista economico; su Grottasanta, in particolare lo spazio che raccoglie le vie Tisia e Pitia in modo che il centro naturale commerciale già esistente possa consolidarsi su basi maggiormente funzionali; sul quartiere Mazzarrona, dotandolo di luoghi di aggregazione e di spazi verdi oltre a un presidio di legalità rappresentato dal comando della Polizia municipale da collocare nell’attuale scuola di via Algeri.

Il “bando periferie”, insomma, è un vero e proprio investimento per il futuro. Un investimento a rischio contenuto, in quanto inciderà positivamente su realtà già esistenti, oltre che bello e appassionante perché rivolto alle persone e alle nuove generazioni. Per più di mezzo secolo è stato consumato suolo per costruire nuovi quartieri rimasti spesso isolati dal contesto urbano; adesso possiamo solo valorizzare l’esistente per assicurare condizioni di vita migliori ai residenti e prospettive positive ai giovani. Per sindaci e amministratori locali le periferie saranno il fulcro dell’azione di governo nei prossimi decenni, il punto da cui partire per costruire le nuove città.

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