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Concorsi truccati all’Università di Catania, la Procura chiede il giudizio per 10 persone

La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per quasi tutti gli indagati del secondo troncone dell’inchiesta «Università bandita» (che ha coinvolto 54 persone), dopo avere stralciato le posizioni di alcuni per cui sarà richiesta l’archiviazione. Tra questi anche l’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio.

Lo si è appreso all’apertura dell’udienza preliminare in corso – relativa ad un primo filone di indagini – per la richiesta di rinvio a giudizio di otto docenti e di due ex rettori dell’ateneo su presunti concorsi truccati. L’inchiesta della Procura si basa su indagini della Digos della Questura.

Ai 10 imputati sono contestati l’associazione per delinquere, turbata libertà di scelta del contraente, abuso d’ufficio, induzione indebita a promettere o dare utilità, corruzione per atti contrari ai propri doveri e falso ideologico e materiale. Reati che secondo la Procura sarebbero stati commessi per «garantire la nomina come docenti, ricercatori, dottorandi e personale amministrativo di soggetti preventivamente individuati dagli stessi associati».

Nelle 34 pagine firmate dai pm Marco Bisogni, Raffaella Vinciguerra, Santo Distefano e vistate dall’aggiunto Agata Santonocito, si legge che gli indagati “orientavano il reclutamento del personale docente e (non) da parte dell’Università degli Studi di Catania”. Ad alcuni sono contestati anche “abuso d’ufficio, induzione indebita a dare e promettere utilità, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso ideologico e materiali”. I reati, scrivono i pm, sarebbero stati “finalizzati a garantire la nomina come docenti, ricercatore, dottorandi e personale amministrativo di soggetti preventivamente individuati dagli stessi associati”. Anche in assenza di requisiti. Per la procura Francesco Basile, nella qualità di rettore dal febbraio 2017 “avrebbe ricoperto il ruolo di capo dell’associazione coordinando l’attività degli altri associati. Determinava, inoltre, la composizione degli organi collegiali dell’Ateneo in modo da poterne influenzare gli orientamenti, interveniva nella programmazione e nello svolgimento dei concorsi – anche attraverso la commissione di molteplici reati – curava il mantenimento dei rapporti tra i diversi direttori dei dipartimenti appartenenti all’associazione”.

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