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Augusta, commemorato l’ottavo anniversario del naufragio del 18 aprile 2015

Siracusa, 18 aprile 2023 – Nella ricorrenza dell’ottavo anniversario del tragico naufragio nel Mediterraneo, che causò la morte di oltre 1000 persone migranti, si è svolta questa mattina a cura del Comitato 18 aprile di Augusta una breve cerimonia davanti al relitto del peschereccio collocato alla nuova darsena della città megarese. I presenti hanno deposto una corona di fiori e commemorato le vittime, gran parte delle quali sono ancora senza volto e senza nome, e insieme considerato le insufficienti, inadeguate e inefficaci misure che il nostro Paese, l’Europa e gli altri stati più ricchi e potenti prendono per gestire il fenomeno migratorio.
Da decenni, dopo ogni nuovo naufragio con centinaia di perdite di vite umane, ci si affanna ad affermare “mai più simili tragedie” ma nella realtà non vi è nessun serio impegno per rimuovere le cause delle migrazioni provocate da guerre, fame, razzismo, cambiamenti climatici e carestie. Ingenti risorse vengono invece impiegate per esternalizzare le frontiere e mantenere al potere criminali e governanti sanguinari che fanno mercato degli esseri umani. Non si pacificano quelle aree del mondo pagando e venendo a patti con spregevoli dittatori, ma restituendo diritti e libertà alle persone. Non è costruendo muri, recinti, campi di detenzione e centri di respingimento che si risolvono le migrazioni di massa ma eliminando la prepotenza, lo sfruttamento, la povertà e tutto ciò che determina fame e conflitti.
Anche in Italia si registra per tanti versi un incrudelirsi delle norme sul soccorso e l’accoglienza.
Come già detto in altre occasioni abbiamo fortemente voluto che il relitto del 18 aprile 2015 restasse ad Augusta non quale monumento triste e muto della più grande tragedia finora accaduta in Mediterraneo in questo secolo, ma un monito verso l’indifferenza dei potenti, un pungolo, un testimone che parla, anzi grida a tutti noi di non lasciare affogare né le persone, né i diritti.
Oggi più di prima la sua voce deve arrivare alle orecchie e al cuore della gente e di chi ha la responsabilità di governare.
Occorre recuperare il nostro essere umani: Restiamo umani!
Comitato 18 aprile

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