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Augusta, l’ex sindaco Carrubba: “Non eravamo terroristi”

Dopo 5 lunghi anni passati nelle aule giudiziarie a difendersi dalle pesanti accuse di concorso esterno per associazione mafiosa, che ha generato lo scioglimento del consiglio comunale di Augusta per infiltrazioni mafiose, l’ex sindaco di Augusta Massimo Carrubba torna a parlare in pubblico sulla scorta dell’esposto presentato all’Autorità Giudiziaria e alla Procura della corte dei conti, che riguarda l’operato della ex Commissione straordinaria che ha gestito l’ente dal 2013 al 2015.

Una conferenza stampa aperta, che si è svolta nella sala di palazzo Zuppello gremita di gente, tra cui ex compagni di partito (Pd) ed ex assessori della sua Giunta. Lo fa prettamente in chiave politico/amministrativo spiegando le ragioni dell’esposto e difendendosi anche dalle accuse politiche che gli sono state rivolte in questi anni a testa bassa da chi ha gestito il commissariamento e dagli attuali amministratori pentastellati.

E proprio sul sindaco 5 Stelle Cettina Di Pietro e l’ex presidente del consiglio comunale Lucia Fichera che Carrubba si sofferma e attacca i due grillini, rei di avere paragonato la passata classe politica a degli assassini e terroristi. E rimprovera al suo ex partito e ai componenti della sua Giunta di non avere speso nessuna parola a sua difesa, tranne quella ricevuta di Roberto De Benedictis. Nella denuncia ha parlato anche dell’aumento di canone annuo alla Pastorino di 600 mila euro annui, la nomina dei componenti del nucleo di valutazione senza la preventiva autorizzazione dell’ente di appartenenza di del professionista.

Sull’ammontare dei debiti fuori bilancio Carrubba ha dichiarato “A distanza di oltre 5 anni dalle mie dimissioni ancora assistiamo a un balletto di cifre sull’ammontare dei debiti. Se tra un mese l’amministrazione comunale non renderà noto il piano di rientro redatto dalla commissione straordinaria con tutti i debiti, quel piano di rientro che ho qui lo pubblicherò io – ha dichiarato – Pubblicherò le cifre inserite nel piano di rientro quantificate dagli uffici comunali, quegli stessi uffici che oggi si incensano perché hanno redatto i bilanci, che si ringraziano per la professionalità, a cui io mi associo posto che li conosco bene perché sono composti dagli stessi identici funzionari che stilavano i bilanci quando ero io il sindaco. Lo scioglimento del Comune per me è stata una sconfitta – ha proseguito Carrubba – l’ho vissuta come un’umiliazione, come una tragedia, l’ho vissuta con la stessa sofferenza che mi procurano le gravissime accuse che la Dda di Catania mi contesta. Io credo che l’obiettivo era ben chiaro fin dall’inizio, lo scioglimento del comune era stato studiato e deciso a tavolino. Io so bene chi sono mandanti e i colletti bianchi che pur di annientarmi fisicamente e politicamente non hanno esitato con sprezzo e spregiudicatezza a colpire l’intera città. E di questo sento tutto il peso e tutta la responsabilità. Per eliminare me dalla scena politica, la mia città ha dovuto subire questa infamia immeritata e chiedo scusa”.

E sugli affidamenti diretti dei lavori, Carrubba stigmatizza l’operato della gestione commissariale. “Durante la gestione commissariale, si sono affidati lavori diretti a quelle stesse imprese ritenute prima contigue al malaffare, l’ex segretario D’Arrigo, nella memoria difensiva inviata alla Regione, scrive che è la commissione straordinaria stessa a considerarla affidabile. – ha concluso – Ecco, allora io se facessi politica, chiederei alla Prefettura di Siracusa di disporre senza alcun indugio un immediato accesso agli atti al Comune di Augusta per verificare se quelle infiltrazioni che hanno causato lo scioglimento comunale siano effettivamente state debellate o piuttosto siano ancora saldamente radicate. O peggio ancora, per tutto ciò che ho evidenziato oggi, si siano amplificate”.

F. G.

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