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Carte di credito clonate: scena muta dei due siracusani

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due siracusani coinvolti nell’operazione “Walking card”, portata a termine dalla guardia di finanza con il coordinamento della Procura della Repubblica di Siracusa. Il presunto promotore e organizzatore dell’associazione Luciano Di Nicola di 57 anni, assistito dall’avvocato Francesco Fiducia, e Giovanni Taccia di 55 anni, difeso dall’avvocato Junio Celesti, sono comparsi ieri mattina al cospetto del gip del tribunale, Giuseppe Tripi, che ha emesso nei loro confronti la misura cautelare perché ritenuti entrambi coinvolti a vario titolo nella presunta associazione per delinquere finalizzata alla clonazione e alla successiva utilizzazione delle carte di credito.

Come si ricorderà, Di Nicola è considerato il cervello dell’intera operazione. Secondo quanto emerso dalle indagini portate a compimento dai finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Siracusa, in collaborazione con quelli della compagnia e della sezione di polizia tributaria aretusea, l’uomo avrebbe avuto il compito di contattare le altre dieci persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta, e di organizzare per ognuna di loro movimenti e stabilire i compiti.

Particolarmente attivo sarebbe stato anche il ruolo di Giovanni Taccia, il quale è stato raggiunto dall’ordinanza emessa dal gip del tribunale, che ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare in carcere. Gli investigatori, attraverso l’utilizzo di intercettazioni ambientali e telefoniche e un servizio di osservazione oltre che di analisi di dati informatici, hanno potuto appurare che il ruolo di Taccia sarebbe stato quello di procacciare titolari di esercizi commerciali dove potere utilizzare le carte clonate. Commercianti che per lo più si trovano in Nord Italia.

L’interrogatorio delle altre nove persone, coinvolte nell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Davide Lucignani, avviene in queste ore per rogatoria nei tribunali di residenza.

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