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Il caso del maresciallo che si è ucciso, indagato il marito per istigazione al suicidio

Il pm Marco Di Mauro ha iscritto al registro degli indagati l’ispettore di polizia, marito del maresciallo dei carabinieri, Licia Silvia Gioia, che ha deciso di uccidersi la notte di lunedì dopo un litigio con il consorte. L’ipotesi di reato avanzata nei confronti dell’indagato è quella di istigazione al suicidio. Dagli uffici della Procura di Siracusa parlano di un atto dovuto. Una condizione giuridica per consentire agli investigatori di eseguire tutti gli accertamenti e ai consulenti tecnici di fare verifiche di natura scientifica, necessari a chiarire tutti gli aspetti della vicenda che si presenta già abbastanza delicata.

L’obiettivo degli inquirenti è quello di comprendere che cosa sia accaduto la notte di lunedì nella camera da letto dei due coniugi. L’unico testimone dell’estremo gesto compiuto dalla donna è proprio il marito poliziotto, che ha raccontato a più riprese quanto sarebbe accaduto in quegli istanti e in quei pochi metri quadrati all’interno della villetta di contrada Isola. La Procura, infatti, vuole arrivare a una ricostruzione meticolosa delle fasi culminanti della tragedia. Tutto quello che fino a questo momento è emerso lo si deve al contributo reso dal poliziotto, che si trova ricoverato al reparto di ortopedia dell’ospedale Umberto primo di Siracusa a causa della frattura al femore, all’altezza del ginocchio, provocata dal secondo colpo di arma da fuoco che sarebbe partito accidentalmente.

C. A.

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