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Covid, scomparsa di Rizzuto: un anno dopo c’è l’esito della perizia

Dopo avere convissuto per quasi un mese con il Covid, un anno fa moriva Calogero Rizzuto, il primo direttore del Parco archeologico della Neapolis. La sua famiglia ha depositato quasi subito un esposto in Procura perché fossero chiarite tutte le circostanze di questa vicenda. Il caso, da cui poi scoppiò un focolaio alla sede del Parco archeologico con la morte, qualche giorno dopo, di una stretta collaboratrice di Rizzuto, ha avuto inizio il 28 febbraio 2020 quando il professore Rizzuto, dopo avere accusato i primi sintomi a seguito di un incontro con una delegazione di studiosi coreani.

Da quel momento è iniziato il calvario del paziente che il 9 marzo, su indicazione del proprio medico di famiglia e accompagnato dalla moglie, si era recato in una struttura sanitaria per essere sottoposto al tampone per sapere se fosse stato contagiato dal Covid. Da quel momento le sue condizioni sono peggiorate fino al ricovero in ospedale avvenuto il 12 marzo. 

Nel frattempo, dell’esito dei tamponi non era giunta alcuna notizia dal Policlinico di Catania. Nel pomeriggio del 12 marzo, il deputato regionale Emanuele Di Pasquale, amico della famiglia Rizzuto, aveva contattato l’assessore alla Salute, Ruggero Razza che suggeriva che, al di là dell’esito dei tamponi, fosse necessario l’immediato ricovero di Rizzuto. Alle 18 del 12 marzo la tac ha diagnosticato una polmonite grave. Alle 23 dello stesso giorno, la somministrazione dell’ossigeno per un’insufficienza respiratoria. Il 13 marzo, dopo quattro giorni, è arrivato l’esito positivo del tampone ma Rizzuto si trovava già in terapia intensiva, dove vi è rimasto fino al giorno del suo decesso.  

A distanza di un anno dall’apertura dell’inchiesta, il fascicolo d’indagine è ancora oggi intestato a carico d’ignoti. Il pm Carlo Enea Parodi ha disposto una consulenza collegiale, il cui esito è stato depositato all’inizio del mese di marzo. 

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