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Europa e Coronavirus, intervento del Presidente dell’Intergruppo Europeo all’ARS e del Coordinatore del Movimento Europeo Italia – Sicilia

Palermo, 19 marzo 2020 – “La crisi sanitaria, sociale, economica che sta attanagliando l’Italia e tutto il resto d’Europa e del mondo ci ha colti del tutto impreparati e le conseguenze saranno inevitabilmente lunghe, tali da cambiare per sempre il nostro stile di vita”.

Ad intervenire è l’On. Giovanni Cafeo, Presidente dell’Intergruppo Federalista Europeo all’ARS e Segretario della III Commissione Attività Produttive.

“Proprio la portata così grande e destabilizzante di questa crisi – prosegue l’On. Cafeo – non può giustificare il tentativo di sciacallaggio mediatico avviato da alcuni esponenti politici che nel tentare di giustificare le proprie tendenze sovraniste nonché una malcelata allergia alla democrazia, non hanno esitato a scaricare sull’Unione Europea ogni sorta di colpa, tornando a remare verso un’irreale ipotesi di <<Italiexit>>”.

“Tuttavia, nella gestione di questa crisi sono innegabili e molteplici gli errori commessi da tutti, sia dai singoli stati sia dalla stessa UE – prosegue Cafeo – e sarebbe certamente non corretto negarli”.

“Dal 24 gennaio in poi – quando il CORONAVIRUS ha colpito lʼEuropa in Italia – sono passati infatti ben quarantacinque giorni di indifferenza, sottovalutazione, azioni in ordine sparso e decisioni sanitarie confliggenti o addirittura atti ostili prima che lʼUnione europea decidesse di tentare la via del coordinamento. Ursula Von Der Leyen ha atteso in silenzio quarantasei giorni prima di rivolgersi simbolicamente in italiano agli italiani dicendo: “non siete soli”, un annuncio cancellato dalle improvvide dichiarazioni della presidente della BCE Christine Lagarde che hanno causato il primo grande tonfo dei titoli di Stato”.

“Analizzando con più calma la questione, forse quella che è mancata in primo luogo è stata una politica di comunicazione coerente e uniforme – spiega ancora Giovanni Cafeo – per parlare ad un’opinione pubblica contagiata non solo dal virus ma anche dalla paura e dallʼinsicurezza, quando il valore aggiunto dellʼintegrazione europea dovrebbe essere quello di garantire proprio la sicurezza”.
“Da segnalare poi la mancanza di una rapida ed efficace azione della Commissione europea pretendendo dal Consiglio e dal Parlamento europeo l’adozione di misure legislative urgenti (che il trattato chiama pudicamente “di incoraggiamento”) per lottare contro i grandi flussi epidemiologici transfrontalieri, lʼallerta e la lotta contro le minacce per la salute”.

 “Considerato che dopo la crisi sanitaria – che potrebbe durare ancora a lungo fino a che non sarà fermata la diffusione del virus e non sarà trovato un vaccino – ci sarà con certezza il progressivo aggravamento di una crisi economica e sociale già avviata e secondo molte previsioni, peggiore di quella scoppiata nel 2007-2008, è evidente che la posizione della UE diventerà sempre più strategica, da un lato allentando vincoli e laccetti, dall’altro intervenendo concretamente per aiutare gli stati più colpiti, tra cui l’Italia, non solo nell’emergenza ma anche successivamente, per un nuovo <<piano Marshall>> destinato alla ripartenza dell’economia reale”.

“LʼItalia, cuore dell’Europa, è oggi il paese maggiormente colpito da questa pandemia ma, giorno dopo giorno siamo anche diventati un modello per affrontarla”. Ad intervenire è Stefano Ingallina, coordinatore per la Sicilia del Movimento Europeo Italia. “In attesa di collaborare insieme per avviare la necessaria ricostruzione del tessuti economico e sociale, non possiamo che ripartire dalla solidarietà dei popoli, uno dei cardini su cui si fonda l’intera Unione”.

“Solo con la solidarietà e con una soluzione coordinata a livello europeo – prosegue Ingallina – saremo in grado di gestire efficacemente questa emergenza sanitaria. La solidarietà è fondamentale in questa crisi, in particolare per assicurare che i beni essenziali – necessari ad attenuare i rischi per la salute causati dal virus – possano raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno.

È essenziale agire insieme per garantire produzione, stoccaggio, disponibilità e uso razionale delle attrezzature mediche di protezione e dei medicinali in tutta l’UE, in modo aperto e trasparente – anziché adottare misure unilaterali che limiterebbero la libera circolazione dei prodotti sanitari essenziali.”

“Come la storia ci insegna – prosegue il coordinatore regionale del Movimento Europeo Italia – è dai momenti di difficoltà che si gettano le basi per i progetti migliori e sono convinto che giocheremo un ruolo di primo piano nella ricostruzione del nostro paese e di quellʼUnione Europea oggi vista ancora più distante dai cittadini”.

“Oggi però procediamo con un atteggiamento positivo e costruttivo – conclude Ingallina – continuando a lavorare sodo per costruire lʼUnione delle competenze, della sicurezza, della capacità di rappresentanza, delle azioni coordinate, rappresentante di un modello di governance “spinelliano” ancora incompiuto che ad oggi ci hanno fornito risposte tardive e portato all’ennesima sospensione del trattato di Schenghen”.

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