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Mozione del Pd siracusano sul caso di Ilaria Salis

Una mozione per impegnare la giunta comunale a condannare il trattamento che l’Ungheria riserva alla cittadina italiana Ilaria Salis tanto in tribunale dove è stata trascinata con le catene ai polsi e ai piedi e portata al guinzaglio quanto in carcere. L’hanno proposta i consiglieri comunali del gruppo del Pd, Massimo Milazzo, Sara Zappulla e Angelo Greco, che incalzano la giunta per chiedere al Governo Italiano di intervenire con fermezza e autorevolezza presso il Governo Ungherese a tutela della dignità umana e dell’incolumità di Ilaria Salis.

Nella mozione i tre consiglieri evidenziano che hanno turbato la coscienza collettiva le immagini diffuse lunedì 29 gennaio della cittadina italiana Ilaria Salis, incatenata ai polsi e alle caviglie e tenuta a guinzaglio da un’agente in un’aula del tribunale di Budapest ove da undici mesi è in attesa di un processo.

Evidenziano, altresì, che suscita preoccupazione apprendere le condizioni pressoché disumane della detenzione di Ilaria Salis in un carcere ungherese, ristretta in una cella con pochissima luce ed aria, infestata da cimici, priva finanche dei prodotti essenziali per l’igiene intima, costretta a subire la penuria di cibo. Rilevano che il trattamento che sta subendo la nostra connazionale è assolutamente vietato dall’art. 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali il quale sancisce che <nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti>.

Stigmatizzano, inoltre, il fatto che l’Ungheria non abbia mai aderito al Protocollo opzionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani e degradanti fatto a New York il 18 dicembre 2002, il quale, a garanzia dei soggetti detenuti in uno Stato aderente, prevede all’art. 1 <un sistema di visite regolari svolte da organismi indipendenti nazionali e internazionali nei luoghi in cui le persone sono private della libertà, al fine di prevenire la tortura e le altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti>.

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