Cultura

Noto, conclusa la commemorazione del sisma del 1693

L’edizione 2017 delle iniziative in ricordo del tragico evento sismologico dell’11 gennaio 1693, è stata davvero indimenticabile per tutta una serie di motivi anticipati nel primo momento vissuto grazie alla 4° edizione di “Nella ferita la cura” organizzata puntualmente, e con spunti sempre molto interessanti dall’Archeoclub di Noto, proseguiti con il Convegno “Noto prima e dopo il terremoto, fratture e continuità (l’esempio Efian)” e culminati con la visita drammatizzata proprio a Noto Antica. Tanti gli ospiti e gli interventi della conferenza di sabato mattina con il messaggio di saluto ed apprezzamento giunto dal Sottosegretario di Stato Davide Faraone, impossibilitato a presenziare, e dell’Assessore Regionale Carlo Vermiglio. A fare gli onori di casa il Sindaco di Noto Corrado Bonfanti: “Come Amministrazione stiamo proseguendo con strenua volontà ed impegno ad accendere i riflettori e le riflessioni su Noto Antica, ben consci dell’enorme potenzialità che in caso contrario andrebbe sprecata. Ma occorre anche una coscienza consapevole dei luoghi ed una nuova visione in grado di proiettarsi al futuro, e tutto questo non può prescindere da un dialogo costante tra Enti, e non solo”. Interessante la riflessione dell’Assessore comunale alla Cultura Sabina Pangallo sulle fratture e la continuità per concludere con una speranza: “Auspico che Efian renderà conto di questa nostra storia, sospesa tra frattura e continuità”. La mattinata di sabato è stata incentrata proprio sul progetto di ricostruzione virtuale del sito di Monte Alveria : “Questo è un prima momento che permetterà di scoprire parti splendide, per tanti motivi, di Noto Antica – ha detto la Soprintendente di Siracusa, Rosalba Panvini-. Sono d’accordo con quanto detto dal Sindaco Bonfanti ed infatti oltre ad Efian grazie a nuove progettualità ( che presto verranno presentate in altra sede) si riprenderà con gli scavi”.

Riflessioni ed anche annunci nella mattinata in Sala Gagliardi proseguita con gli interventi di Lorenzo Guzzardi, Direttore onorario del Museo Civico di Noto, dove sono fruibili al pubblico alcune installazioni informatiche statiche e dove i visitatori potranno godere delle ricostruzioni virtuali indossando i “Daydream View”, mascherine che consentono al visitatore di essere proiettato virtualmente un attimo prima del terremoto. Successivamente sono intervenuti il Presidente dell’ISVNA Francesco Balsamo, che ha l’indiscutibile merito, dopo 120 anni di abbandono totale, di aver iniziato a studiare il sito e le sue ricchezze e lo fa con dedizione massima da ben 46 anni, e il Responsabile bureau Unesco del Comune di Noto Raffaele Di Dio. “La forza di questo progetto è anche nella capacità di non aver apportato interventi invasivi e nel contempo consentito di proseguire in quell’opera di bonifica dei luoghi. Sono stati scoperti, e resi nuovamente accessibili, dei sentieri che collegano i luoghi di maggiore interesse del sito”.

Con l’ausilio di foto e mappe antiche Raffaele Di Dio ha ricordato alcune peculiarità interessanti come le 9 porte, la zona produttiva delle concerie e dei mulini, al di fuori delle mura. Sottolineature importanti quelle fatte nell’intervento successivo a cura della Presidente dell’Archeoclub d’Italia, sezione di Noto, Laura Falesi: “Da quattro anni abbiamo intrapreso questo percorso di rievocazione storica del sisma del 1693, perché sia strumento di conoscenza e riflessione delle nostre radici e per tenere sempre accesi i riflettori sul sito di Monte Alveria. Quest’anno abbiamo visto che anche a Catania e Ragusa hanno organizzato dei momenti commemorativi e qualcuno suggerisce di farli diventare unici; noi vorremmo cogliere questo invito. Inoltre, con spirito assolutamente propositivo e plaudendo al progetto Efian vorrei, però, evidenziare come a fronte di una innovazione tecnologica ci ritroviamo a dover affrontare i disagi di una mancanza adeguata di servizi, dove, obiettivamente, a Noto Antica siamo ancora all’età della pietra. Inoltre le ricostruzioni virtuali dei siti propongono un primo interessantissimo modo di riuscire a capire e “vedere” la nostra città madre ma sarebbe altresì valido inserire nelle strutture ciò che palazzi e chiese contenevano”. Tanti sono gli studi, le documentazioni e gli archivi che su questo ultimo punto potrebbero fornire preziose indicazioni; sulla prima osservazione, concluso l’intervento, la Presidente Falesi ha ricevuto la risposta del Sindaco Bonfanti: “Stiamo procedendo ad espropriare un’area, distante circa 100 metri dallo slargo di fronte la porta della montagna, da adibire a parcheggio. E il pressing è continuo per accelerare il processo burocratico”.

Per il Club Val di Noto, altra attivissima associazione in tema di tutela, salvaguardia e promozione del sito sul Monte Alveria, è intervenuto Corrado Nastasi prima della pausa che ha segnato un po’ lo spartiacque con la seconda parte del convegno grazie ai protagonisti del progetto EFIAN Experimental Fruition Ingenious Ancient Noto, Marco Rosario Nobile e Stefano Piazza (Università degli Studi di Palermo – Dipartimento di Architettura – Sezione SfeRa);  Bruno Messina e Emanuele Fidone  (Università degli Studi di Catania – SDS di Architettura – Siracusa); Francesco Mannuccia (Siqilliya srl); Vita Giostra e Andrea Giostra (S&A srl). Così nella settimana della cerimonia in ricordo di quel terribile 11 gennaio 1693, il momento di sabato mattina in Sala Gagliardi sancisce di fatto la reale fruibilità del sito archeologicodi Noto Antica dopo il completamento dei lavori relativi all’Opera prevista dal progetto Efian, finanziato dal MIUR, che vede quali partner associati l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Catania, la società Siqilliya, e la società Services & Advice (quale capofila del progetto); Il Comune di Noto (che ha messo formalmente a disposizione del progetto Efian il sito archeologico di Noto Antica e tutta la sua preziosa collaborazione. Sito archeologico che – va ricordato – per dimensione rappresenta uno dei più estesi d’Europa); L’Assessorato Regionale Beni Culturali. Il progetto Efian, lo ricordiamo, ha previsto la ricostruzione virtuale, con l’utilizzo delle più moderne e innovative tecnologie informatiche, di quattro aree della città di Noto Antica, distrutta dal terremoto dell’11 gennaio 1693.

Emanuela Volcan

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