Cultura

Noto, esordio per il libro “Teresa e le altre”

“Teresa e le altre” cioè: Carlotta, Ivana, Brigida, Serenella, Gigliola, Nunzia, Paola, Doriana e Novella. 10 donne, 10 storie diverse nella terra dei fuochi, ormai tristemente nota, raccolte da Marco Armiero storico dell’ambiente che tre anni fa ebbe questa idea, divenuta realtà, grazie all’editore Jaca Book, lo scorso 30 ottobre e presentato per la prima volta qui a Noto. E l’evento ha richiamato tante persone nella sala lettura della Biblioteca Comunale “Principe di Villadorata”, mercoledì sera, per ascoltare proprio una delle donne protagonista del libro, Nunzia Lombardi, presentata da Paolo Uccello, guida naturalistica, ed alla presenza dell’Assessore alla Cultura Cettina Raudino. Nonostante sia la prima presentazione in assoluto, il libro di Marco Armerio ha già avuto la ribalta di diversi organi di stampa a livello nazionale che ha spinto anche a raggiungere varie parti dello Stivale per dare a queste donne, ma soprattutto alle loro realtà, di essere conosciute fino in fondo, senza filtri, senza maschere. Ieri, giovedì 18, è stato presentato a Roma, con la presenza dell’autore, in gennaio e febbraio nuovamente in Sicilia, a Siracusa, prima, a Catania, poi. Abbiamo cercato di conoscere meglio proprio Nunzia Lombardi che ha lasciato la Campania e ormai da anni vive a Catania, occupandosi di agricoltura sociale nel carcere di Giarre. “Il problema della nostra terra è adesso conosciuto, ma il disastro ambientale era già parecchio evidente nel 1997. L’emergenza rifiuti, poi, è sostanzialmente tale perchè ci riferiamo, in maniera preponderante a rifiuti tossici, provenienti dall’estero e dall’Italia del Nord, le cui aziende tanto hanno risparmiato nel portarle nel nostro territorio. In realtà questa per me non è la prima volta, in quanto ho già collaborato con il testo “Campania infelix” di Bernardo Iovine, giornalista di Report, libro di inchiesta edito da Rizzoli”.
Finalmente la presa di coscienza degli abitanti in primis e poi delle autorità, sebbene si sia ancora molto lontani dalla risoluzione dello stato di emergenza. “L’elemento essenziale è stato l’incontro con la stampa estera, nella sede di Roma, con cui partì uno spazzatour attraverso cui mostrammo ai giornalisti quanto e cosa stava avvenendo fuori dalle nostre case, nelle nostre campagne, alla nostra agricoltura. La nostra battaglia stava diventando un patrimonio collettivo e da quel momento esplose in Europa la voglia di mostrare al mondo intero quello che noi denunciamo da anni”. Andiamo alla sua storia personale, una delle dieci, raccontate in “Teresa e le altre”:
“La mia storia si lega a doppio filo con la mia terra, perchè la mia è una famiglia di contadini dove piano piano scoprivo che i racconti di mio padre, di come era la nostra terra una volta, contrastavano con le immagini della terra che avevo davanti agli occhi. Così iniziai a girare per le campagne, a fotografare, a correre sui posti quando si vedeva il fuoco alzarsi verso il cielo. Divenne per me la ragione di vita, creai un blog, un comitato locale, e con la consapevolezza della mia gente arrivarono anche le minaccie, velate, occulte. Così dopo l’uscita del primo libro, Campania infelix, decisi di staccarmi da quei luoghi per cercare anche nuovi metodi di intervento e soprattutto aprendo l’attenzione anche a tutte quelle aggressioni dirette, e indirette, ai nostri territori: i termovalorizzatori, le trivellazioni. Ma il mio dubbio quotidiano è: cosa si può fare per quella terranon e successo niente, in me la necessita di cercarenun nuovo metodo, oggi studio agraria .il mio dubbio quotidiano e cosa si puo fare quelle terre”. Intanto far conoscere queste testimonianze è un buon modo per non far calare il silenzio. “Ho scelto Noto come prima tappa perchè mi sono sempre sentita accolta da questa città, e poi la sua bellezza, da curare, da proteggere, un valore assoluto come quello della nostra terra tutta, del nostro mondo”. La serata è stata arricchita dalla lettura di alcuni brani del libro a cura di Miriam Scala ed Eleonora Nicolaci che hanno reso ancora più suggestiva la serata.
E.V.

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