Cultura

Noto, “Il popolo di legno” ultimo libro di Emanuele Trevi

Presentazione del libro e riflessioni ad ampio spettro sulla società contemporanea partendo dalla Calabria, regione in cui è ambientato la storia di Emanuele Trevi che proprio in quella terra custodisce i suoi ricordi d’infanzia. Organizzato dall ‘Assessorato alla Cultura del Comune di Noto in collaborazione con Naxos Legge nella Sala Gagliardi di Palazzo Trigona, il momento ha visto la presenza del critico letterario e scrittore Emanuele Trevi per illustrare la sua ultima opera con l’intervento della professoressa Katia Trifirò dell’Università di Messina, e il coordinamento dall’Assessora Cettina Raudino, Vice Sindaco di Noto, e la direttrice artistica di Naxos Legge Fulvia Toscano. Il protagonista del libro è un uomo, chiamato Topo fin da quando era bambino; vive in Calabria, ha una moglie, Rosa, e un amico: il Delinquente. È proprio il Delinquente, che fa il direttore artistico di Tele Radio Sirena, a fornirgli l’occasione per condurre un programma: Le avventure di Pinocchio il calabrese. Così parte questa esperienza in cui il Topo si calerà  sempre più nella parte del predicatore che con i suoi monologhi parla al “popolo di legno”. Punto di svolta è la critica di una giornalista, definita “pittonessa della penna” che gli da un appellativo “l’anti Saviano” (grande l’ironia mostrata dallo scrittore casertano dinanzi a questa definizione, n.d.r.) innescando così una serie di meccanismi ma anche di interesse che ne condizionerà il proseguo della vita. Tante, ed inevitabili, le riflessioni scaturite non solo dagli spunti proposti dalla professoressa Trifirò, e dalla lettura di alcuni brani, ma soprattutto dallo stesso Trevi. “La mia è una parodia delicata, che scaturisce dalla consapevolezza di quanti giornalisti e scrittori, in tutto il mondo, vivono sotto scorta e la cui autorevolezza sta proprio nella condizione di perenne pericolo in cui vivono. Dinnanzi ad un mondo in cui la scrittura soffre di una debolezza acuta, per via di fenomeni e mezzi che si consumano in troppo breve tempo, ho cercato di fare un libro in che facesse ridere. L’essere umano per sua stessa natura è comico perché dimentica il suo stato di mortale. E la Calabria diventa la metafora di tutto il meridione”. 
 
Emanuela Volcan 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *