Cultura

Noto, molta partecipazione alla terza edizione di “Dormono sulla collina”

Un evento che stupisce e commuove, arricchisce e sorprende e che, giunto alla sua terza edizione, non si mostra mai uguale a sé stesso, ma anzi capace di far percepire il dolore della morte e del distacco, di mostrare un luogo come il cimitero, in sensazioni e posti con cui invece cercare e trovare contatto. Questo è Dormono sulla collina, questa è la felice intuizione targata 2014 che concludeva la manifestazione OltreNoto, pensata proprio per le celebrazioni a cavallo tra ottobre e novembre. E che proprio dallo straordinario successo ottenuto all’esordio gli organizzatori hanno riproposto ogni anno. Anticipata dalla conferenza stampa di martedi pomeriggio che ha visto gli interventi di Erminia Gallo (autrice di tutti i testi, di Cettina Raudino quello che riguardava Gaetana Midolo), Alberto Frasca, Francesco Balsamo, Corrado Papa, Vera Parisi, Enzo Papa, Armando Faraone e Sabina Pangallo nella doppia veste di regista e di Assessore alla Cultura di Noto, ieri, 2 novembre per la Commemorazione dei defunti, il Cimitero monumentale di Noto si è trasformato in sito di rappresentazione in cui sei personaggi netini, di epoche assai diverse, hanno preso vita e si sono palesati ai presenti raccontando frammenti della propria storia, del proprio passaggio su questa terra. La scelta degli organizzatori quest’anno è ricaduta su: Gaetana Midolo (interpretata da Chiara Spicuglia),Corrado Costanzo (interpretato da Corrado Papa), Giuseppe Melodia ( interpretato da Eddy Lucchesi con il piccolo Matteo Ventoso), Vincenzo Catera ( interpretato da Giuseppe Spicuglia ), Benito Mincio ( interpretato da Enzo Catera) e Rosina Tedeschi, mamma di Ugo Lago (interpretata da Carmela Buffa Calleo). “Prendendo spunto da eventi precedenti che si erano svolti al Cimitero come lo spettacolo di Salvo Piro che aveva messo in scena l’antologia di Spoon River di Masters e il concerto del Maestro Carlo Muratori e del violinista Gabriele Bosco in omaggio a Mariannina Coffa, l’Amministrazione ebbe una giusta intuizione e si pensò di ideare una Spoon River autoctona che desse vita alle storie di straordinari netini che riposano nel cimitero cittadino.

Un luogo che riunisce poesia, radici, emozione, delicatezza. Allora si era appena in quattro attorno ad un tavolo: Alberto Frasca, Cettina Raudino, Erminia Gallo ed io – spiega e ricorda Sabina Pangallo-. Oggi quel tavolo non riuscirebbe a contenere il gruppo di lavoro che c’è dietro questa edizione, segno che l’operazione è sentita, amata, e fortemente partecipata. Le mie note di regia sono semplici: si gioca sulla verosimiglianza più che sulla rievocazione storica, è importante il sentire dell’attore, il rapporto che esso instaura con la personalità che racconta, la piccola ‘missione’ che accetta di sposare nel tramandare l’essenza di colui cui dà voce per un giorno. E’ stato sorprendente scoprire come ciò sia naturalmente accaduto fuori da ogni previsione, l’affetto sincero che c’è alla base di tale esperimento. Per ognuna delle tre edizioni a fronte di un attore professionista, che mette il ‘mestiere’ al servizio del contesto, vi sono cinque attori amatoriali della città, perché è emblematico ed importante che sia il territorio a tramandare la sua stessa memoria”. Con la regia di Sabina Pangallo, la direzione di scena di Concita Guastella gli organizzatori, nell’occasione, hanno ringraziato il Responsabile dei Servizi Cimiteriali Giovanni Cosentino per il grande aiuto, la costante collaborazione e la passione con cui ha seguito tutte le fasi, dalla preparazione alla realizzazione dell’evento in una giornata come il 2 novembre di non semplice gestione generale. “Le nostre passeggiate guidate al cimitero durano un’ora circa e prevedono l’incontro con sei personaggi – ha dichiarato l’autrice dei testi, Erminia Gallo-. La scelta è molto varia: ci sono netini famosi un tempo e oggi dimenticati dai più, nomi che ripetiamo ogni giorno perché risuonano nelle titolazioni delle vie cittadine e che però rimangono per molti solo un flatus vocis, un nudo nome disincarnato. Ma abbiamo voluto incontrare anche popolani conosciuti da tutti, oppure personaggi ignoti ma portatori di una storia sorprendente e di una verità che chiedeva di essere riconosciuta e raccontata. Se poi in qualche spettatore sono nate delle curiosità, il desiderio di saperne di più, la voglia di completare la fisionomia tratteggiata, vuol dire allora che abbiamo fatto centro. Vorrei che arrivassero soprattutto ai ragazzi, perché non capiti anche a loro di incontrare questi straordinari personaggi incredibilmente tardi, com’è successo a me o di non incontrarli mai.” Sempre in sede di conferenza Francesco Balsamo ha ricostruito le personalità di Giuseppe Melodia e Ugo Lago. “I due personaggi sono stati rappresentati da Eddy Lucchesi con le incursioni del piccolo Matteo Ventoso (che impersona un bambino di oggi che si trova a stuzzicare colui che porta il nome della sua scuola) mentre per Ugo Lago in realtà abbiamo trovato la mamma, e il suo dolore, grazie a Carmela Buffa Calleo, attrice professionista, che si è calata nei panni di Rosina Tedeschi. Due personalità modernissime nella loro umanità”. Poi la professoressa Vera Parisi ha presentato Gaetana Midolo, una ragazzina che, emigrata in America, nel 1911 trovò la morte nel rogo della Triangle & Waist, una fabbrica di camicette bianche in cui persero la vita 126 donne a cui il mondo dedica l’8 marzo, l’interpretazione è stata affidata a Chiara Spicuglia. La collaborazione tra Vera Parisi, in rappresentanza del gruppo di Toponomastica Femminile, e Dormono sulla Collina da questa edizione diventa una regola, perché mette in rete l’Amministrazione, l’istituto Matteo Raeli, il gruppo di Toponomastica e “Dormono sulla collina”. Interessante anche l’intervento di Corrado Papa, nella doppia veste di attore di questa edizione e di ricercatore storico, a proposito di Corrado Costanzo, l’amatissimo pasticcere. Parla di lui da amico e frequentatore. Il professore Enzo Papa ha ricostruito poi la controversa personalità di Vincenzo Catera, rivoluzionario giustiziato nel 1860, in un’accorata lezione su una parte di storia vissuta da una prospettiva tutta netina in cui vincitori e vinti si mescolano lasciando diversi punti interrogativi. Personaggio affidato a Giuseppe Spicuglia. Armando Faraone infine ha raccontato di Benito Mincio, elegante e raffinato intellettuale netino, maestro di tante giovani promesse culturali del passato che oggi rappresentano la memoria storica e le arti della città, e che è stato interpretato da Enzo Catera. La conferenza si è poi chiusa con Alberto Frasca, vera e propria enciclopedia netina e archivio storico di “Dormono sulla Collina”, anima di questo evento sin dalle prime battute. Poi ci si è dati appuntamento all’indomani per un pomeriggio di ricordi e di intense emozioni.

Emanuela Volcan

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *