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Nuova aggressione alla casa circondariale di Cavadonna

Una nuova aggressione è avvenuta alla casa circondariale di Cavadonna. Intorno alle 9.30 un extracomunitario, che aveva avuto problemi con altri detenuti,  è stato accompagnato dal vice-ispettore nel proprio ufficio per capire le circostanze di quelle pesanti tensioni e per capire come calmare gli animi dei detenuti. Il migrante era in apparenza calmo, ma improvvisamente ha dato in escandescenze, ha afferrato il computer che si trovava sul tavolo e lo ha lanciato addosso al sottufficiale.
A quel punto è Intervenuto altro personale della sicurezza carceraria e il detenuto è stato bloccato, ma il vice ispettore è finito all’ospedale con 10 giorni di prognosi per trauma cranico facciale, escoriazione in sede temporale e al gomito sinistro, trauma alla spalla destra.
Ormai alla casa circondariale  di Siracusa – ma non solo – è sempre più ricorrente l’atteggiamento aggressivo da parte di detenuti consapevoli che non subiranno serie conseguenze, se non eventuali procedimenti penali che, con i tempi della giustizia sono hanno esito quantomeno incerto, e che utilizzano l’aggressione come arma intimidatoria per sovvertire uno stato di diritto e minare il sistema di sicurezza. Quando un detenuto aggredisce fisicamente un agente, è come se aggredisse le Istituzioni, l’amministrazione penitenziaria ed il Governo, che purtroppo non stanno dando quelle risposte di rigore che sono state sbandierate; le aggressioni passano oramai quasi inosservate, mettendo in serio pericolo la tenuta stessa dell’ordine e della sicurezza degli istituti penitenziari e del personale che vi opera.
Gravissima mancanza di personale, inadeguati strumenti di pronto intervento, mancanza di regole certe su come intervenire in simili situazioni di criticità, assordante silenzio delle Istituzioni, fanno sì che il sistema penitenziario invece di “rieducare” il detenuto, rilevi una resa delle istituzioni nei confronti di chi alimenta una spirale di violenza senza precedenti.


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