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Operazione Aretusa, la Procura generale chiede pesanti condanne

Al termine della requisitoria, il sostituto procuratore generale, Miriam Cantone, ha dettato alla corte d’appello di Catania le proprie conclusioni rispetto al processo d’appello, scaturito dall’operazione antimafia denominata “Aretusa”. Diversi imputati hanno rinunciato ai motivi principali dell’impugnazione per cui il rappresentante della pubblica accusa ha avanzato una riforma in meglio delle pene inflitte in primo grado. Per Gianfranco Urso, ritenuto tra i promotori di uno dei tre gruppi di trafficanti di stupefacenti, ha sollecitato la condanna a 13 anni e 4 mesi di reclusione rispetto ai 21 anni e 4 mesi inflitti dal tribunale di Siracusa in primo grado. Per Luigi Urso, ha chiesto 10 anni di reclusione (in primo grado gliene erano stati irrogati 16). Per Lorenzo Vasile, la condanna richiesta è di 13 anni e 4 mesi di reclusione, rispetto ai 20 anni inflitti dal tribunale. Per l’ex collaboratore di giustizia, il legale difensore, Sebastiano Troia, auspica che la pena sia in continuazione con la condanna a 3 anni e 4 mesi inflitta in precedenza dal gup Andrea Migneco per la vicenda relativa al trasporto di un ingente quantitativo di stupefacenti.

La riforma della condanna a 9 anni di reclusione è stata chiesta dalla Procura generale anche nei confronti di Salvatore Catania che in primo grado aveva subito la pena di 14 anni. Chiesta la riduzione della pena a 7 anni e 2 mesi di reclusione per Massimiliano Midolo (in primo grado 11 anni), per Lorenzo Giarratana a 4 anni con l’esclusione del reato associativo (in primo grado fu condannato a 7 anni) e Angelica Midolo per la quale è stata chiesta la pena di 8 mesi, anziché due anni inflitti dal tribunale aretuseo. 

Il procuratote Cantone ha chiesto poi la conferma della condanna a 18 anni di reclusione per Francesco Calì; a 9 anni per Francesco Satornino; a 2 anni e 3 mesi nei confronti di Sebastiano Ricupero, per un episodio di estorsione ai danni di un cantiere navale; a 4 anni per Salvatore Quattrocchi; 4 anni e mezzo di reclusione ad Andrea Abdoush, che peraltro ha già scontato. Pur non avendo rinunciato ai motivi d’appello, il rappresentante della pubblica accusa ha riformato la condanna richiesta per Massimiliano Romano, da 2 anni e 4 mesi a 2 anni e 2 mesi. 

L’udienza è stata aggiornata al 6 aprile per le arringhe del nutrito collegio di difesa. Soltanto dopo la corte d’appello deciderà quando ritirarsi in camera di consiglio per emettere il verdetto. 

L’operazione Aretusa è scattata il 20 aprile 2017, al culmine di un’attività investigativa attorno alle attività illecite del clan “Bottaro-Attanasio”, che per gli inquirenti manteneva il controllo di una rilevante parte del traffico di stupefacenti in diverse piazze di spaccio della città. Lo stupefacente veniva acquistato a Catania (attraverso appartenenti al “clan Cappello”), nella zona di Adrano o nel palermitano, per poi essere immesso nel mercato aretuseo.    

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