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Rapporto sostenibilità, il polo industriale rimane stabile

Rapporto di sostenibilità del polo industriale: le 10 grandi aziende dell’area industriale che hanno partecipato alla terza edizione del Rapporto rappresentano  il 90% dell’intera zona industriale e  il 55% del PIL provinciale. L’uscita dalla pandemia con la ripresa della domanda e l’inizio della guerra in Ucraina con l’innalzamento dei prezzi del petrolio hanno determinato un incremento dei  fatturati rispetto al biennio precedente. Nel 2022 il valore aggiunto globale lordo ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro e il valore economico trasferito alle “imprese terze” è passato da 472 a 508 milioni di euro (+8%).

I risultati dimostrano una applicazione costante del miglioramento continuo dei consumi energetici: meno 40% del consumo di combustibili solidi, meno 10% del fabbisogno di energia elettrica e meno 17% del consumo di gas metano. Il quadro della forza lavoro nelle aziende per gli anni 2020, 2021 e 2022 presenta un costante mantenimento di addetti con una marginale fluttuazione numerica dovuta ai normali assestamenti delle attività interne con oltre tremila occupati diretti e quattromila dell’indotto; 0,2 l’indice di frequenza degli infortuni sul lavoro, 40 volte inferiore alla media dell’industria chimica. Nell’immediato orizzonte dei prossimi due anni il Polo industriale siracusano continuerà ad affrontare queste tematiche, non dimenticando la logica del miglioramento continuo, e quindi ponendosi i seguenti obiettivi di breve termine: formazione su nuove competenze, impiego delle risorse del territorio, parità di genere, zero infortuni e mantenimento degli standard ambientali, dell’uso delle falde e del riciclo dei rifiuti.

Anche quest’anno il “Rapporto di sostenibilità del Polo industriale di Siracusa” comprende la sezione dedicata alle imprese associate a Confindustria Siracusa che hanno deciso di aderire al progetto di rendicontazione attraverso le Sezioni merceologiche di appartenenza. Nelle sede della Camera di Commercio di Siracusa, presenti il Prefetto Raffaela Moscarella, il Sindaco Francesco Italia, gli on.li Gilistro e Auteri e il Commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud est Sicilia Antonio Belcuore, Il Presidente Gian Piero Reale ha introdotto i lavori sottolineando che “l’impresa  deve non solo perseguire il profitto ma anche contribuire ad uno sviluppo sostenibile delle comunità. La significativa mole di dati del rapporto conferma la volontà di Confindustria di dialogare col territorio in piena trasparenza. Per la transizione energetica sarà essenziale l’accesso ai fondi pubblici italiani ed europei e una normativa per una transizione ragionevole che comprenda anche le imprese hard to abate .

Guglielmo Allibrio ha presentato il rapporto rimarcando i risultati positivi del biennio e si è soffermato sul futuro auspicando l’utilizzo di  un mix di tecnologie, come d’altronde sta accadendo in diversi paesi europei, con l’auspicio che le scelte governative possano adeguatamente supportarle così da avere concrete possibilità di superare insieme la sfida ai cambiamenti climatici. E’ intervenuta l’Assessore all’Ambiente della Regione Siciliana on. Elena Pagana che ha detto che “in Giunta Regionale hanno predisposto e approvato il piano strategico dello Sviluppo Sostenibile con 6 obiettivi strategici con i bandi attuativi per le imprese del territorio siciliano”.               

Ha chiuso i lavori l’on. Edmondo Tamajo che ha sottolineato come “Questo Rapporto è un impegno tangibile verso un futuro migliore per le generazioni a venire. È una chiara dichiarazione di impegno a bilanciare lo sviluppo industriale con la tutela dell’ambiente e del tessuto sociale. In questo momento l’assessorato alle attività produttive della Regione Siciliana può agire in diversi modi per promuovere la sostenibilità economica, sociale, ambientale e la transizione energetica. Per la sostenibilità economica, può incentivare l’innovazione e la ricerca, favorire politiche di sviluppo locale per promuovere imprese sostenibili, agevolare l’accesso al credito per progetti green e stimolare la formazione professionale per aumentare le competenze nel settore sostenibile. “per la transizione energetica, può elaborare strategie per ridurre l’uso di combustibili fossili, promuovere investimenti in infrastrutture verdi per l’energia rinnovabile e sostenere la ricerca e l’innovazione nel settore energetico per sviluppare tecnologie più efficienti e sostenibili.

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