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Siracusa. Il caso del piccolo Evan Giulio: cronaca di una morte annunciata

Come nel romanzo di Gabriel Garcia Márquez pubblicato nel 1981, la morte del piccolo Evan Giulio di appena 21 mesi, ci riporta al titolo della narrazione: cronaca di una morte annunciata.

La madre, succube del compagno, avrebbe tollerato fin troppo i suoi atteggiamenti aggressivi verso il bambino. Per questo motivo su di lei oltre che sul compagno, insiste la grave accusa di omicidio.

La storia sconvolgente di un bambino ucciso all’età di poco meno di due anni, mentre la denuncia del padre naturale giaceva sui tavoli per giorni e giorni tra la burocrazia giudiziaria e i servizi sociali.

Non sono servite le denunce dei parenti, i sospetti di quella musica a tutto volume nel palazzo che nessuno lamentava e che forse serviva a nascondere il pianto del bambino. Urla e grida di dolore che nessuno ha ascoltato.

Tre ricoveri in appena 40 giorni con piccole ferite, taglio all’orecchio, lividi e le denunce del padre non sono bastate a fermare i carnefici di quell’anima innocente, prigioniero in casa propria tra le braccia della madre e di un orco.  

Le reazioni sono subito apparse tardive, ingarbugliate lungaggini che hanno tenuto ferme le necessarie attività della magistratura e delle forze dell’ordine. Una potenziale situazione di violenza domestica con le indagini in forte ritardo.

Ma ora è diventato un caso nazionale che necessita di chiarimenti alle tante verità. A cominciare dal problema tecnico delle microspie e la tempestiva smentita dagli addetti ai lavori.

La cronaca di questa morte di un innocente per colpe diffuse, è finita in tutte le redazioni di emittenti televisive e dei giornali. Dalle trasmissioni “Chi l’ha visto” e “Quarto Grado” è piovuta una sequele di denunce a ventaglio ma senza alcun contraddittorio. Le lamentele, come quella avanzata dall’autorevole generale Garofano, sulla poca attenzione da parte della Procura di Siracusa e da parte della Procura del tribunale dei minori di Catania verso un caso da codice rosso; la magistratura deve chiarire al più presto le tante discrepanze fatte emergere nelle trasmissioni televisive di larga diffusione e anche sui giornali.

Troppe le notizie in libertà che hanno creato confusione nella pubblica opinione. Un caso, una storia che ci fa ritornare lontano nel tempo, senza alcuna possibilità di chiarire come stanno le cose e come funzionano le istituzioni pubbliche, assurte agli altari della cronaca per aver commesso errori e omissioni. Purtroppo, l’irrimediabile è accaduto.

Il piccolo Evan forse poteva essere salvato ma ai più appare paradossale che le indagini abbiano una svolta per l’esperienza e la perizia di un medico del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica. L’opinione pubblica esige un’informazione completa e non soltanto le ricostruzioni infarcite di indiscrezioni che spesso rappresentano una realtà distorta.

Concetto Alota

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