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Siracusa, morte di un detenuto, chiesta condanna per 6 medici

I pubblici ministeri Tommaso Pagano e Massimo Tricomi hanno chiesto la condanna per sei degli otto medici finiti sotto processo per la morte di un detenuto. La richiesta è stata avanzata dai due rappresentanti della pubblica accusa a conclusione della requisitoria al processo che si sta celebrando davanti al giudice monocratico del tribunale aretuseo, Federica Piccione. La pubblica accusa ha sollecitato la condanna a 1 anno e 9 mesi per Emanuele Pistritto, Emilio Torrenova e Marcello Blasco; a un anno e mezzo per Vincenzo Milintenda; un anno e 4 mesi per Anna Messina e un anno per Giuseppe Bongiorno. I due pm hanno, invece, chiesto un verdetto di assoluzione nei confronti dei medici Pietro Scamporrino, Riccardo Gionfriddo e Carmelo Di Rosa. Subito dopo la requisitoria, è toccato alla parte civile costituita, rappresentata dall’associazione Antigone, dettare le proprie conclusioni, associandosi alle sollecitazioni della pubblica accusa.

Nella prossima udienza, fissata per martedì, tocca al collegio difensivo svolgerre le proprie arringhe. Collegio formato dagli avvocati Sebastiano Teodoro, Santi Terranova, Junio Celesti, Bruno Leone, Vincenzo Melia, Angelo mItalia, Sebastiano Marcello e Mimmo Tinella.

La vicenda giudiziaria ruota attorno alla morte di Alfredo Liotta di 41 anni, avvenuta il 26 luglio 2012. Il detenuto proveniva da Avellino ed era stato appoggiato provvisoriamente alla casa circondariale di Cavadonna. La denuncia era stata sporta dal difensore civico dell’associazione che si occupa delle condizioni dei detenuti nelle carceri italiane, su segnalazione della sorella della vittima. Il 6 giugno 2013 Antigone depositava un esposto alla Procura di Siracusa per chiedere che venissero individuati i responsabili della morte di Liotta. Il 29 novembre del 2013 la Procura informava dell’avvenuta iscrizione nel registro degli indagati di nove medici che avevano visitato Liotta, incluso il perito della Corte di Assise di Appello e l’allora Direttore del carcere. La consulenza tecnica collegiale, depositata il 23 giugno 2014 censurava il comportamento del personale medico dal 21 luglio al 25 luglio 2012: Alfredo è morto nel letto della sua cella per collasso cardiocircolatorio “dovuto a rettorragia da verosimile lesione emorroidaria”. Il 14 dicembre 2016 il Pubblico ministero ha chiesto l’emissione del decreto che dispone il giudizio per omicidio colposo per nove dei dieci indagati, stralciando la posizione del direttore. Tra le persone offese, il Pubblico ministero indicava anche l’Associazione Antigone. Il 17 maggio 2018 si è conclusa l’udienza preliminare con il rinvio a giudizio di otto medici del carcere e del perito nominato dalla Corte di appello che aveva definito Liotta un “simulatore”.

F. N.

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