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Siracusa, la politica colleziona dodici inchieste e circa 70 iscritti nel registro degli indagati

Il Palazzo è sotto accusa con circa 70 indagati, una dozzina le inchieste giudiziarie, sette i filoni d’indagine. La politica siracusana ha collezionato oltre dodici inchieste giudiziarie, con almeno sette tronconi d’indagine, e la sensazione che a breve altri due fascicoli potrebbero essere in arrivo, accumulando nel complessivo circa settanta iscrizioni nel registro degli indagati a modello ventuno, che a vario titolo hanno raggiunto il primo cittadino, assessori, dirigenti, impiegati, tecnici e consiglieri comunali, sia della maggioranza così come dell’opposizione.

Ma l’inchiesta principe rimane quella della gestione dell’acqua, dove il pubblico ministero, titolare del fascicolo, Giancarlo Longo, ha ottenuto la proroga delle indagini per altri sei mesi. Vicenda giudiziaria che ha coinvolto gli amministratori, imprenditori, consulenti a vario titolo sulla concessione del servizio idrico nel capoluogo e Solarino. La richiesta di proroga da parte del pubblico ministero al Gip del Tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, è stata concessa da gennaio a giugno del 2016, per l’approfondimento alle indagini che vede indagati finora otto persone a vario titolo. I primi a essere raggiunti da un avviso di garanzia, in concomitanza con l’acquisizione degli atti d’ufficio da parte della guardia di finanza che sta indagando a ventaglio sulla vicenda, furono il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e l’ing. Capo dell’epoca del comune di Siracusa, Natale Borgione; a seguire sono state iscritte nel registro degli indagati altri cinque persone per un totale di otto. Un’indagine complessa che ha rapportato diversi adempimenti e sentite parecchi persone informate dei fatti e tutti i consiglieri comunali che votarono contro il provvedimento in aula, così come dirigenti, impiegati, investigatori che si erano già interessati all’indagine in un primo momento, ma furono esentati dall’interrogatorio i favorevoli all’atto d’indirizzo. Ma ora, ironia della sorte, anche la proroga del servizio idrico è sotto accusa e con l’ulteriore possibile implicazione giudiziaria e ancora un fascicolo d’indagine.

L’altro fronte giudiziario infuocato è l’inchiesta sulla “gettonopoli”, dove sono iscritti nel registro degli indagati tutti i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione componenti nelle varie commissioni, tra i titolari dell’attuale tornata amministrativa e quella passata. Gli investigatori stanno lavorando per capire se i consiglieri comunali che si erano autoassegnato posizioni di privilegio, specie per i capi gruppo, abbiano infranto il codice penale. Anche in questo caso si è registrata una certa fibrillazione tra gli incolpati, dove in molti hanno fatto ricorso alla richiesta in base all’ex articolo 335 c.p.p. per sapere se erano iscritte nel registro degli indagati e la risposta è stata sì.

Ma lentamente entrarono sotto l’attenzione della magistratura inquirente, per le dichiarazioni rese pubblicamente da alcuni consiglieri comunali, le tematiche riguardante la gara d’appalto della gestione degli asili nido e degli impianti sportivi e tanto altro ancora, da parte di consiglieri comunali che, secondo i denuncianti, erano a vario titolo in palese conflitto d’interessi. In alcune di queste vicende, troviamo sempre le denunce della consigliera comunali, Simona Princiotta, che a sua volta fu colpita da minacce e intimidazioni, con l’auto in fiamme sotto la propria abitazione in maniera plateale. Indagini che presero la strada della politica affaristica e dei temi legate agli appalti, le concessioni e la nomina di consulenti che la stessa aveva denunciato a più riprese. Intimidazioni, che insieme a quella subite dal consigliere Salvatore Castagnino e dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, sono finiti sotto l’attenzione della magistratura antimafia che sta indagando a fondo.

Concetto Alota

 

 

 

 

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