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Siracusa. Politica, veleni e giustizia: ora la verità si cerca nei dossier fai da te

Ripartono gli attacchi nell’ambito dei veleni siracusani, sia da una parte così come dall’altra, dove un pezzo della politica locale si muove in difesa di una parte del palazzo di Giustizia di Siracusa mentre accusa altri magistrati. La stampa interviene a macchia di leopardo ma già da qualche tempo tiene gli occhi aperti sulla piazza che chiama la città a fare quadrato intorno alla legalità contro la strumentalizzazione delle parti in causa per la possibile strumentalizzazione politica. Almeno ci prova.

Le note vicende che in questi ultimi tempi sono venute alla ribalta sul social network, nelle pagine dei quotidiani locali e nazionali, testimoniano la pericolosa deriva alla quale è abbandonata la città di Siracusa. Tutto ciò spinge a una riflessione e a una scelta riguardo ad alcune gravi affermazioni che non possono trovare quale unica risposta il silenzio, ma non la rassegnazione, in attesa di sviluppi chiarificatori. L’immagine della città storicamente legata a principi di assoluto rispetto delle idee altrui. Valore oggi ben distante da quelli che pare abbiano ispirato i comportamenti dei nostri uomini politici, maggioranza e opposizione, nelle nostre istituzioni fino a farci precipitare nel baratro più profondo e nella crisi della giustizia, così come in quella politica, costringendo la cittadinanza ad assistere a una vergognosa disputa e cruenta lotta senza quartiere.

Prima abbiamo dovuto assistere a pesanti attacchi dell’una e dell’altra fazione politica e poi finanche contro la magistratura inquirente in una serie di “conferenze stampa” durante le quali sono state poste le giustificazioni dell’una e dell’altra parte in lotta, compreso quelle che sono rappresentate dagli inquirenti come gravi condotte d’irregolarità, sgradevoli e ingiustificabili considerazioni nei riguardi della Procura della Repubblica di Siracusa.

I veleni siracusani ormai spaziano dal Palazzo di giustizia al Vermexio, per passare dagli interessi su Open Land, Clinica Villa Rizzo, Cisma, villette a Epipoli e si aggiungono altri scenari su una serie d’inchieste maturate nell’ambito dell’attività del consiglio comunale e di una una delicata e piuttosto pesante contro un imprenditore siracusano. Secondo alcune ipotesi investigative che trapelano dagli ambienti giudiziari messinesi, catanesi e romani, sarebbero stati commissionati una serie di dossier, alcuni con il sistema fai da te, ma tanti altri montati da professionisti delle indagini contro l’una e l’altra fazione in lotta. Ma ci sono inchieste ancora in corso su dei magistrati siracusani, così come su degli aspetti che fuoriescono dalla giurisdizione del Distretto giudiziario cui appartiene Siracusa. La presunta attività di dossieraggio non sorprende più di tanto, così come l’auspicio della pubblica opinione siracusana nella speranza che stavolta la magistratura vada fino in fondo e si faccia “chiarezza e pulizia”.

Non meravigliano ormai più di tanto le difese a colpi di calunnie e diffamazioni, dove i dossier, con le propagande a volte mediatiche politiche, fanno molto male perché pericolose per la società tutta e tendono a distruggere sul piano morale e istituzionale esseri umani e ogni cosa buona o cattiva che ci sia in questa antica e gloriosa Siracusa. E da tutte le parti, in ragione o in torto, si afferma di non avere nulla da temere; entrambi i duellanti dichiarano di avere le mani pulite e che l’unica cosa che si possono fare per difendersi è studiare dossier l’uno contro l’altro. Ma in questo infinito marasma la verità verrà mai a galla?

Concetto Alota

 

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