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Società & Politica. Si conferma il detto coniato da Dino Cartia: “Siracusa persa era, persa è, e persa sarà”

Dopo tanti anni il famoso detto coniato da Dino Cartia sullo stato della città di Archimede: Siracusa, persa era, persa è, e persa sarà”, si conferma in pieno.

Politica confusa e arrogante. Spazzatura e fetore dappertutto. Differenziata che fa acqua da tutte le parti, aggravata dal comportamento incivile di buna parte della cittadinanza e dalla mancanza dei cassonetti nelle zone periferiche della città.

Un’ora per entrare o per uscire in auto da Siracusa a passo di lumaca. Rete idrica e fognaria colabrodo; quando piove la città si allaga con danni a scantinati e garage per la mancata pulizia della caditoie e per i diversi livelli delle strade. Caos, smog, strade scassate con gravi danni alle sospensioni di auto e moto, un doppio pericolo per i ciclisti costretti a pedalare in un groviglio di automobili che si accalcano sotto il sole cocente in un traffico perennemente impazzito, con interminabili file di macchine che intasano le strade e inquinano l’aria. Questo e l’incubo quotidiano che coinvolge i cittadini siracusani così come per arriva dai comuni viciniori, che non accenna a diminuire dopo tanti anni di promesse e falsità politiche. Nel conto ci sono le ore che gli automobilisti perdono alla guida e lo stress che sono obbligati a subire. Il costo emotivo è difficile da quantificare e il costo economico degli ingorghi stradali in città non è da sottovalutare. Un’ora per arrivare in città nelle ore di punta per chi abita nelle zone periferiche: Isola, Arenella, Fanusa, Plemmirio, Fontane Bianche. La famosa strada del mare da sempre promessa ad ogni campagna elettorale, è ancora un sogno; e cosa dire del nuovo cimitero bloccato da anni senza che nessuno ci spiega come stanno le cose e il perché di un ritardo endemico senza condizioni e spiegazioni. Per confermare il fallimento della politica, si vuole alienare il vecchio Carcere Borbonico, il cine teatro Verga e altri gioielli, come l’autodromo, diverse ex caserme militari e case cantoniere.

Insiste poi il girone infernale per chi arriva nei pressi di Piazzale Marconi e della Stazione ferroviaria che si forma percorrendo il tratto del Corso Umberto, tra auto che traballano per i crateri sull’asfalto sistemati alla memo peggio giorni or sono e la distesa di auto parcheggiate a zig zag, diventa un incubo transitarvi; poi la notte quella zona diviene un covo di extracomunitari, barboni, gay e prostitute con le bottiglie di birra e di vino vuote che luccicano in uno scenario davvero sconvolgente.

Nessuno al Vermexio e ben vedere e sentire ha le idee chiare sui problemi della viabilità e del traffico, della zona a traffico limitato, del trasporto pubblico, dell’inquinamento da gas di scarico e in generale e di ciò che riguarda il miglioramento della vivibilità della nostra città, senza alcun condizionamento ideologico.

Le condizioni organizzative all’assessorato al traffico sono da sempre deludenti; gli assessori cambiano di continuo senza una visione chiara del grave problema. La situazione critica della vivibilità siracusana è un fatto acclarato ormai da decenni. Allo stato attuale si possono ipotizzare solo provvedimenti tampone, nella speranza di lasciare alla prossima amministrazione il compito di disegnare un piano traffico e di mobilità per una città vivibile e a misura logica umana.

Le autovetture circolanti in Ortigia sono troppe per un centro storicamente votato per altri obiettivi urbanistici; com’è avvenuto nel passato ad ogni tentativo di distribuire il traffico in arterie rientranti nel “ring” della ZTL e chiudere e/o limitare il traffico non può produrre nessun beneficio sulla qualità della vita nell’isolotto. Occorre poi attivare una vigilanza efficiente ed efficace sulla sosta selvaggia, in cui si formano ingorghi modello “day after” semplicemente perché in tutte le strade si parcheggia in doppia, tripla fila, sui marciapiedi, in divieto di sosta e sulle strisce pedonali, negli scivoli dei diversamente abili, ambulanti parcheggiati sulle strisce pedonali o accanto ai bidoni della spazzatura per vendere frutta, verdura, ricotte, pane e pesce sotto il sole cocente e in mezzo allo smog. Ma siamo capitati nostro malgrado davvero nell’inferno sulla terra?

Concetto Alota

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