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Venezia, Tribunale del riesame: contro Massimo Nicchiniello “non risultano atti contrari ai propri doveri”

Per il Tribunale del Riesame contro il tenente colonnello della guardia di finanza Massimo Nicchiniello nessuna prova esiste della corruzione contro l’ufficiale della guardia di finanza ipotizzata dall’accusa. È scritto sostanzialmente questo nella motivazione di scarcerazione di Nicchiniello, raggiunto circa quindici giorni fa da un ordine di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un troncone dell’inchiesta Mose della Procura di Venezia. L’ufficiale fu quasi subito scarcerato dal Tribunale del Riesame, su richiesta del suo avvocato di fiducia Aldo Gangi del Foro di Siracusa per la mancanza di sussistenza delle prove.

“La corruzione contestata a carico di Massimo Nicchiniello, Corrado Vincenzo e altri – è scritto nel provvedimento – ipotizza una corruzione posta in essere dall’imprenditore Pietro Schneider nei confronti dei pubblici ufficiali Corrado e Nicchiniello. L’atto contrario ai doveri d’ufficio è stato rappresentato dal Pm nei termini di un’aspettativa di conduzione di una verifica fiscale ai danni della ditta Burimec (di cui Schneider era il legale rappresentante), in modo mite o con rilievi minimi. Il compenso illecito era rappresentato da un’assunzione presso la Burimec del figlio di Vincenzo Corrado e per quanto attiene al Nicchiniello, dal pagamento in suo favore di alcune cene in ristoranti di lusso”.

“(…) All’elemento essenziale del reato di corruzione che si consuma con l’illecita percezione (o promessa) del bene da parte del pubblico ufficiale – è scritto ancora nelle motivazioni – che dovrebbe compiere l’atto contrario ai propri doveri, non risulta né è provato in atti che il Nicchiniello abbia percepito un qualche utile”.

“L’imputazione invero contestata al Nicchiniello che egli avrebbe ricevuto in cambio della sua corruttela alcune cene in ristoranti di lusso da parte dell’imprenditore. In realtà – scrive ancora il Tribunale del Riesame – l’unica cena che risulta essere stata pagata da parte dell’imprenditore Schneider è quella del 7 giugno 2016, presente il Corrado, il Nicchiniello e lo Schneider, perché quella del 27 gennaio 2016 è intervenuta esclusivamente fra il Corrado e il Nicchiniello mentre quella del 7 luglio non risulta essere stata rimunerata dallo Schenider ed anzi Nicchiniello afferma di essere stata da lui offerta. Detta cena, l’unica, sarebbe consumata cinque mesi dopo l’ultimazione del controllo”.

“Palese è il giochetto posto in essere dal Corrado a carico dello Schneider e del Nicchiniello attraverso il modesto espediente posto in essere con il consenso dello sprovveduto Nicchiniello e consistente nel millantare il Corrado, la capacità d’influire sulla verifica della Brumec grazie alla mera conoscenza del suo collega”.

Concetto Alota

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