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Viaggio nella Sanità siracusana tra tante criticità e tanta eccellenza

La Sanità italiana da qualche anno guadagna l’appellativo di eccellente; quarta nella classifica mondiale dopo Hong Kong, Singapore e Spagna. Classifica che va considerata con una certa cautela perché basata su parametri che offrono una visione parziale e incompleta di configurazioni molto articolate; il risultato è comunque interessante per l’efficienza, piuttosto che per la qualità assoluta dei servizi sanitari e il rapporto tra risultati ottenuti e costi. La conferma che la Sanità italiana utilizza bene le scarse risorse messe a disposizione dalla politica dei governi.

In Sicilia nel comparto della Sanità la politica degli affari prevale sull’interesse generale. L’esempio nel Pronto soccorso dell’ospedale Umberto Primo di Siracusa in cui i medici ormai da decenni non sanno più come e dove ricoverare i malati perché i posti letto sono insufficienti. Discorso a parte merita la realizzazione del nuovo ospedale. Tanti ammalati che non possono essere mandati a casa, ma sono giocoforza “assemblati” fino a quando non si riprendono. Di questa vergogna non sono responsabili i medici, né gli infermieri e in generale l’Asp, tutto il personale che, anzi, fanno l’impossibile per curare pazienti che andrebbero ricoverati nei reparti specialistici che sono sempre stracolmi. Anche se il nuovo commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra, ha già annunciato che è stato predisposto per essere messo in gara d’appalto un progetto che raddoppierà lo spazio del pronto soccorso dell’ospedale Umberto Primo di Siracusa. Una struttura ormai obsoleta che costringe gli addetti ai lavori a lavorare nel massimo disagio. Locali angusti che non garantiscono nemmeno la privacy, o peggio ancora la possibilità di svolgere il delicato lavoro; manca addirittura lo spazio per le apparecchiature e per i letti. L’organico del personale è sotto la soglia di sicurezza. Turni massacranti e luogo di lavoro poco idoneo, accendono una condizione esplosiva che mette a rischio l’equilibrio necessario per un lavoro delicato in cui è in gioco la vita umana.

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L’esempio del pronto soccorso additato più volte di mal funzionamento e di forti disagi, ma secondo i dati si tratta sempre di casi legati all’impossibilità di poter uniformare le regole pratiche alle norme, ai cosiddetti protocolli che garantiscono i risultati. Come dire che in questo delicato settore della vita pubblica, si sta tornando indietro. Così vuole la politica siciliana ormai legata mani e piedi a interessi diffusi in connubio con i baroni della Sanità Privata. Nella buona sostanza, il numero di pazienti che si presenta al pronto soccorso o per la specialistica, impone omissioni involontarie; la massa di cittadini che si presenta nei locali del pronto soccorso con patologie che hanno bisogno un numero di stanze e di macchinari che non ci sono. E se da una parte si registra un fallimento legato all’impossibilità di svolgere bene il proprio lavoro, dall’altra fortunatamente troviamo un team di medici e paramedici eccellenti. Uno degli esempi principi che pazienti e parenti raccontano è il reparto di “Medicina d’Urgenza” semi-intensiva, un’appendice del Pronto Soccorso voluta dal Primario dott. Carlo Candiano (nella foto sopra). Con posti letto e il monitoraggio continuo dei pazienti, per la mancanza degli spazi che non è stato possibile aumentare il numero dei pazienti, dove a sentire gli ammalati si parla la lingua dei miracoli in medicina. Non sempre riconosciamo la prerogativa delle nostre eccellenze, abbiamo ritardi e difficoltà nelle strutture sanitarie per colpo di una politica fallimentare, ma dobbiamo essere orgogliosi delle nostre preminenze, ma tentiamo sempre di criticare per partito preso e screditare la nostra terra.

E ancora una volta vogliamo raccontare al positivo la nostra vita presso l’ospedale di Siracusa. È stato il prefetto di Siracusa Luigi Pizzi a tagliare il nastro che ha sancito l’inaugurazione dei nuovi locali di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa con la solenne benedizione dell’arcivescovo di Siracusa monsignore Salvatore Pappalardo. Presenti le autorità civili, politiche e militari della provincia, deputati nazionali e regionali, sindacati, rappresentanti del terzo settore, dirigenti aziendali, personale sanitario e amministrativo, cittadini. A presiedere la cerimonia il commissario straordinario dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra assieme al direttore sanitario Anselmo Madeddu, al direttore amministrativo Giuseppe Di Bella, al direttore medico di presidio Giuseppe D’Aquila e al direttore del reparto Antonino Bucolo. “È un giorno importante- ha detto Ficarra nella foto sopra assieme ad Anselmo Madeddu)– anche grazie all’attività dei miei predecessori che ha consentito il raggiungimento di questo traguardo. L’inaugurazione dei nuovi locali del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Siracusa,dotati di tutti i confort, rappresenta il punto di partenza del progetto più ampio di ristrutturazione del Percorso Nascita che vedrà a seguire la realizzazione del nuovo blocco operatorio e del nuovo blocco travaglio parto al terzo piano nonché il completamento delle degenze, per complessivi 28 posti letto, nei locali contigui che attualmente ospitano il blocco parto”.

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I pionieri della medicina, sono stati gli anglosassoni, ma ultimamente anche nella nostra Sicilia e nel territorio siracusano cominciano a diffondersi strumenti sempre più raffinati per orientare le decisioni dei cittadini – e dei loro medici – e aiutarli a scegliere dove andare a curarsi, specie in caso di malattie complesse.

Eccellente è considerato il reparto di Oculistica e Oftalmologia dell’Ospedale Umberto I di Siracusa, direttore il Dott. Paolo Caruso (nella foto sopra). Reparto che oltre a quella tradizionale svolge anche attività, ambulatoriale, come ecografie bulbari, di fotodinamica, di oculistica e di fluorangiografia. Sono inoltre effettuati gli esami del campo visivo, Argonlaser, Yaglaser, esami del fondo oculare e visite ortottiche. Fanno parte dell’equipe dell’unità operativa i medici: Giuseppina Bartolotta, Salvatore Lo Monaco, Salvatore Midolo, Lorenzo Rapisarda, Filippo Saverino. Un’equipe medica di tutto rispetto e un team di tecnici e infermieri d’altri tempi, che si muovono con una regolarità incalzante e un’organizzazione capace di procedere al ritmo di dieci interventi chirurgici di cataratta al giorno per un totale generale di circa 5000 l’anno tra operazioni e altre cure in genere. Eccellenza, come nel caso, vuol dire saper offrire la multidisciplinarietà laddove serve, significa diagnosi d’avanguardia, tecniche chirurgiche sempre più sofisticate e terapie personalizzate, ma significa anche supporto psicologico, dialogo, capacità di accompagnare il paziente in tutto il percorso di cura fino alla guarigione. Per ammalati e parenti si può definire “eccellenza”, quale giusto riconoscimento per un team organizzato di medici e infermieri in turni regolari avvicendanti e la disponibilità ai colloqui per definire e risolvere anche i casi più disperati. E questo si ottiene solo con la fatica, l’impegno e la capacità di coniugare eccellenza medico-scientifica con ricerca traslazionale, che arriva quindi in tempi rapidi al paziente, e con quell’alleanza terapeutica che si costruisce con il dialogo e che è parte stessa della terapia. Anche se nessuno si lamenta, sottovoce insiste nel reparto la mancanza di macchinari moderni e all’avanguardia, capace di aumentare la capacità ricettiva e velocizzare controlli e diagnosi. E se viviamo in un’epoca che nega la verità incontrovertibile, nella nostra sub cultura, come in premessa, siamo abitati a raccontare in senso obbligato solo i fatti negativi, ma è giusto vivere di cronaca e raccontare anche le cose positive, semplicemente perché la realtà dei fatti. Diciamoci ogni tanto orgogliosamente la verità pura, ma a volte anche dura.

Concetto Alota

 

 

 

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