Politica

Noto, non accenna a placarsi il dibattito sull’indagine sui presunti brogli

Dopo l’infuocato consiglio comunale del 26 settembre scorso, in cui al Sindaco ed alle sue comunicazioni è stato riservato il secondo punto all’ordine del giorno, non si abbassa l’interesse verso la vicenda che ha investito proprio il Civico Consesso netino. Ripercorriamo brevemente l’ultimo mese: esattamente il 4 settembre scorso veniva pubblicata sul sito laspia.it a firma del giornalista Paolo Borrometi la notizia di indagini a carico del consigliere comunale Corrado Cultrera “Falso ideologico e turbamento del regolare svolgimento delle elezioni: sono questi i gravissimi capi d’imputazione, che contestati all’indagato oggi consigliere comunale e marito del presidente del Consiglio Comunale Veronica Pennavaria”. In sostanza proprio il Cultrera, in qualità di pubblico ufficiale ha certificato la sottoscrizione delle firme indispensabili per la presentazione della lista “Patto per Noto”, e che secondo l’accusa sarebbero, in parte, false. Alla diffusione della notizia, sebbene le indagini siano partite lo scorso anno e, in città si è alzato il dibattito con le opposizioni, ma non solo, a chiedere chiarezza sulle posizioni dei responsabili e votati della Lista, lo stesso Cultrera e la Pennavaria, ma anche dei loro alleati in primis il Sindaco. Comunicati, manifesti, richiesta di Civico Consesso urgente ed in seduta aperta, conferenze stampa ed in ultimo il Consiglio Comunale dove di tutto, in effetti, si è parlato tranne che della questione squisitamente morale, ovvero della opportunità che, in attesa della conclusione delle indagini, ci fosse una posizione netta a contrasto di tali fatti, ad esempio, è stato chiesto, le dimissioni dei due eletti nella lista Patto per Noto. Da rilevare, però, che proprio su questo punto nel corso del Consiglio Comunale sono state registrate le dimissione da Capogruppo del Pd di Paola Terranova, l’unica voce del coro alzatasi per contrastare la posizione attendista dei colleghi di maggioranza. L’opposizione, rappresentata dai Consiglieri eletti nella coalizione Bene Comune, a sostegno del candidato a Sindaco Corrado Figura continuano, invece, sulla richiesta di una posizione ancor più netta e di distanza e nelle ultime ore è uscita una nuova comunicazione firmata da
Noto 3.0, Insieme per Noto, Noto libera, Netini in movimento, Noto Movimento Popolare (coalizione Noto Bene Comune) ed il movimento Noto Nostra, dove è scritto: “Di fronte ai servizi di stampa, che accendono i riflettori su un’ indagine giudiziaria che prende le mosse dalla presunta illegittimità della Lista Patto per Noto, a sostegno di Corrado Bonfanti, che sarebbe stata presentata grazie a firme false autenticate come vere, l’Amministrazione dissimula e parla di tutt’altro. Si è perfino rifiutata di indire una seduta di Consiglio Comunale aperto, che sarebbe stata la sede naturale in cui chiarire le posizioni degli interessati e quella dell’amministrazione davanti alla Città. Non parla neppure il presunto indagato, il consigliere Corrado Cultrera, se non per vaneggiare di querele contro coloro che hanno condiviso sul web la notizia pubblicata.
Il problema è di una tale gravità da non poter essere insabbiato nell’indifferenza. In campagna elettorale avevamo messo in evidenza l’opacità della coalizione Bonfanti- Cultrera. Ora i nodi vengono al pettine.
Le indiscrezioni sull’inchiesta penale creano allarme nell’opinione pubblica e Corrado Cultrera non può stare in silenzio: o si proclama estraneo ai fatti (ed in tal caso non ha senso la sua “sospensione” dalle funzioni di consigliere comunale, spontanea o suggerita che sia) oppure, se non può farlo, il discredito delle figure e dei ruoli istituzionali sarebbe insostenibile. A quel punto dovrebbero dimettersi lui ed i consiglieri eletti in una lista, illegittima, ma anche il Sindaco e l’intera Amministrazione che ne ha tratto vantaggio. Corrado Bonfanti, infatti, è stato eletto col contributo determinante della Lista Patto per Noto e perciò non può rimanere un solo istante in più al Comune, qualora la sua elezione fosse inficiata dall’imbroglio”
. Intanto, i riflettori tornano sulla Procura che dovrà definire la vicenda giudiziaria e quindi decidere se approfondire le indagini fino a chiedere il giudizio per gli indagati, oppure se non vi siano elementi probatori per sostenere l’accusa nelle aule di tribunale.
 
E. V.

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