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Noto, pronto a decollare il museo del mare

È proprio il caso di dire che i sogni quando fortemente voluti e desiderati possono divenire realtà; con l’impegno, con la costanza e l’attenzione che un progetto ambizioso richiede, ma possono avverarsi. Ed a ben guardare, in un’ottica allargata, il borgo marinaro di Calabernardo si appresta concretamente a vivere una nuova era dove tutte, ma proprio tutte, le sue peculiarità saranno messe al centro. Di recente abbiamo riferito della partecipazione del Comune di Noto al Me.S.UR., insieme con altre tre città, una italiana e due straniere, e di cui si avrà contezza in settembre, per lo sviluppo delle rotte del mare, verso il turismo nautico, e del recupero di quelle che hanno fatto la storia di questi luoghi. Da sempre Calabernardo e tutta la fascia costiera netina, prova ne sono gli insediamenti greci, è stata nodo strategico per le rotte navali e commerciali del mondo antico; reperti archeologici importantissimi sono stati rinvenuti negli ultimi anni dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, ed unica in Italia, proprio nel Golfo di Noto. Insomma un’Amministrazione attenta e che guarda ad un modello di sviluppo votato alla promozione turistica del proprio territorio attraverso le ricchezze acclarate ma soprattutto alla riscoperta di tante altre, non poteva non soffermarsi su Calabernardo dove con il recupero dell’ex Caserma della Guardia di Finanza, luogo costruito nei primi decenni del secolo scorso, ecco che un altro tassello presto arricchirà un nuovo affascinante mosaico da mettere a disposizione dei turisti ma anche, e forse, soprattutto, degli stessi netini. Struttura caratterizzata dalla tipica architettura di epoca fascista con una torre ad est che domina il mare e sul lato ovest, invece, richiami a quella greca, con architravi, fregi e cornici; sottoposta da circa un anno ad un recupero totale che ne permetterà la piena fruizione. E quale migliore fruizione se non quella di far diventare questo sito un museo del mare? Annunciato già da parecchio tempo, il Sindaco Corrado Bonfanti ha sempre mostrato idee chiare su questa struttura e su ciò che sarebbe dovuta diventare, e così sarà. Una fortunata serie di congiunture del destino ha portato di recente in città Edoardo Bruni, affermato imprenditore nel campo dei beni culturali con specializzazione in archeologia subacquea, che dal 2009 collabora fattivamente con il Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Severa, sulle mura del castrum di Pyrgi, autentico unicum in Italia, per ciò che è diventato. Il Bruni è stato il classico “gancio” per entrare in contatto proprio con la città di Santa Marinella e il museo di Santa Severa, l’avanguardia per questo tipo di strutture e di proposte museali; con esso è in itinere l’idea di un gemellaggio, che potrebbe vedere il Direttore, Flavio Enei, esprimersi proprio in questi giorni. Ottimizzare spazi e proposte, sapere esattamente come e cosa mettere dentro un museo che deve essere fortemente legato al territorio e nel contempo in continua evoluzione. “L’esperienza maturata in questi anni al Museo del Mare di Santa Severa – spiega Edoardo Bruni- ci dice che c’è forte richiesta sia dal punto di vista di attrattiva turistica che da quello strettamente legato alla ricerca storico scientifica del mare. A Santa Marinella grazie alla presenza ed all’impulso dato con professionisti del settore sono state fatte scoperte importantissime ma la cosa che piu ha dato soddisfazione è stata la formazione; circa cento iscritti ogni anno ai campus di subacquea focalizzati all’archeologia, alla scoperta e tutela del patrimonio nazionale, un fattore educativo di estrema importanza. Ecco che anche qui, in un territorio riconosciuto dal mondo Patrimonio dell’Umanità, si comprende bene quale valenza e quale polo possa diventare”. È entusiasta Edoardo Bruni, tanto da non poterci esimere dal chiedergli i dettagli di un progetto così, per capire cosa troveremo nel Museo del Mare netino: ” Al pianterreno la mostra di malacologia, conchiglie, da collezione privata selezionata; al primo piano un’esposizione che riguarderà l’etnografia, le tradizioni della pesca, archeologia navale, ricostruzione di modellini, ricostruzioni delle rotte, e una sala multimediale buia, con un massimo di venti sedute, in cui verranno proiettate immersioni su più siti. Sarà come mandare i presenti in immersione, mentre nella torre ci sarà un cannocchiale digitale per poter ammirare il Golfo; previsto uno spazio anche per convegni. Il museo dovrà lavorare tutto l’anno ed è, dunque, molto importante la promozione con le scuole di ogni ordine e grado in un’ottica globale che lega a doppio filo tutti luoghi, dal parco archeologico di Eloro, all’Oasi naturale di Vendicari”. In effetti non va dimenticato il recente decreto attuativo regionale sulla riperimetrazione del Parco, e la notizia riportata dalla stampa pochi giorni fa, relativamente alla possibile istituzione dell’Area Marina protetta a Vendicari. Tanta carne al fuoco con alla base un impegno davvero forte e che già nei prossimi mesi vedrà i primi atti concreti, il Museo del Mare sarà una delle cose di alto prestigio che permetterà al borgo di Calabernardo di diventare autentico polo attrattivo, su diversi fronti, in pochi anni.
Emanuela Volcan

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