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Assunta Marsala, consegnato al pm il telefonino della vittima

I familiari di Assunta Marsala, la ventiseienne siracusana, scomparsa di casa e il cui cadavere è stato rinvenuto nelle campagne di contrada Bufalaro il 3 gennaio 1999, hanno presentato alla Procura della Repubblica di Siracusa una nuova istanza per la riapertura del caso.

L’avvocato Antonio Lo Iacono ha accompagnato ieri mattina la madre di Assunta, Rosa La Manna, al palazzo di giustizia di viale Santa Panagia, per formalizzare la richiesta che giunge a quattro anni di distanza da un’altra simile, presentata dallo stesso legale per comprendere se, alla luce delle nuove tecnologie applicate alla ricerca scientifica, potesse essere trovato un appiglio o elementi in grado di dare una chiave di lettura a quello che per gli inquirenti sarebbe stato un omicidio ad oggi senza un colpevole.

Il nuovo contributo alle indagini è costituito dal telefono cellulare appartenuto a Susy Marsala, che la madre ha spontaneamente consegnato al sostituto procuratore Maurizio Musco, al quale il procuratore capo Francesco Paolo Giordano ha dato esplicito mandato di coordinare il supplemento d’indagine.

Il telefonino è stato conservato per tutto questo tempo dalla madre di Assunta alla quale lo aveva dato Francesco Calcinella, il marito della vittima, subito dopo la scoperta della morte della ragazza. Si tratta di un vecchio modello e-tacs (total access communication system, uscito di produzione nel 2005), che consentiva un basso numero di chiamate in grado di essere veicolate da ciascuna stazione radio base, solo comunicazione vocale (niente sms, fax ed e-mail). E’ probabile che il pm affiderà incarico a un consulente per eseguire la perizia tecnica sia sull’apparecchio telefonico sia sul numero che era stato assegnato a quella linea telefonica. I terminali e-tacs trasmettevano la loro posizione ogni sei minuti alla cella più vicina, in modo che tutta la rete conosceva la posizione di ogni utente per poterlo facilmente rintracciare in caso di chiamate. Questo permetterebbe di risalire a una mappa molto precisa degli spostamenti di chiunque avesse un cellulare acceso addosso. E’ probabile, quindi, che l’analisi del telefonino avverrà attraverso la lettura dei tabulati telefonici dai quali sarebbe possibile risalire ai contatti che la vittima ebbe nei giorni se non nelle ore antecedenti alla sua scomparsa, avvenuta nel novembre 1998. Saranno, quindi, gli esperti a dire agli investigatori se quel telefonino rimasto muto per diciassette anni, possa oggi essere utile ad aggiungere quei tasselli mancanti a un caso sul fascicolo del quale è stata apposta la parola “archiviato” dopo la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Assise di Siracusa nei confronti del cognato di Assunta Marsala.

“Il telefonino in possesso della madre non è mai stato oggetto di approfondimento investigativo da parte degli inquirenti e dei carabinieri che si sono interessati al caso – spiega l’avvocato Lo Iacono – Se per l’applicazione di nuove tecnologie nella scoperta di ulteriori indizi, i magistrati non hanno ritenuto dare seguito alle nostre richieste perché non vi sarebbe alcun elemento di novità, con questo nuovo elemento, credo ci siano i presupposti per riaprire il caso e verificare che cosa quell’apparecchio telefonico possa aggiungere al mistero della scomparsa di Assunta Marsala”.

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