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Siracusa, inchiesta acqua: otto indagati, proroga di sei mesi per le indagini e colpi di scena…

È stata prorogata di altri sei mesi l’inchiesta giudiziaria della Procura di Siracusa sulla concessione per il servizio idrico nei comuni di Siracusa e Solarino. La richiesta avanzata dal sostituto procuratore Giancarlo Longo titolare del fascicolo d’indagine al Gip del Tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, ed è stata concessa da gennaio a fine giugno del 2016, per l’approfondimento necessario alle indagini su tutta l’ingarbugliata vicenda che vede indagati finora otto persone a vario titolo. I primi ad essere raggiunti dall’avviso di garanzia a modello 21, per atto dovuto necessario all’acquisizione della documentazione avvenuta nel gennaio dello scorso anno da parte della guardia di finanza che sta indagando a ventaglio sulla faccenda, furono il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e l’ing. Capo dell’epoca del comune di Siracusa, Natale Borgione; a seguire iscritte nel registro degli indagati altri cinque persone per un complessivo di almeno otto fino ad oggi. Gli ambienti giudiziari parlarono subito di un’inchiesta complessa, rapportata ai diversi adempimenti delle indagini, dove furono ascoltati a vario titolo parecchie persone informate dei fatti e tutti i consiglieri comunali che votarono contro il provvedimento in aula, così come dirigenti, impiegati, investigatori che si erano già interessati alle indagine in un primo momento a caldo.

Come si ricorderà, la Spagnola Dam in quota maggioritaria, insieme alla siracusana Onda in partecipazione di minoranza, costituirono la Siam spa a cui fu affidato, dopo una serie di vicissitudini e scontri politici per dodici mesi, la gestione, la manutenzione del Servizio idrico e la depurazione dei reflui per i comuni di Siracusa e Solarino, rinnovabili per altri ventiquattro mesi nelle more di una legge regionale che riordini il settore.

Ma secondo le opposizioni fu una sorta di ritorno al passato. Una compagine imprenditoriale composta dalla spagnola Dam, rappresentata a Siracusa dal suo consulente, l’Ing. Giuseppe Marotta, ex amministratore delegato della Sogeas Spa, e dalla siracusana Onda, la Siam Spa che prese possesso degli impianti della rete idrica nei due comuni e del depuratore di contrada Fusco nei primi giorni di marzo di un anno fa. La Siam aveva subito provveduto, per obbligo di gara, all’assunzione del personale nella misura di ottantacinque dipendenti dell’ex Sogeas, a sua volta transitati nella fallita Sai8, e la gestione del Servizio idrico da contratto è per un anno, con la possibilità di essere rinnovabile per altri due; proroga che è stata firmata e concessa per dieci mesi (scadenza dicembre 2016) per motivi legati a fattori direttamente collegati al servizio primario per la vita umana e alla salute pubblica, oltre che all’impossibilità di procedere ad altro tipo di gestione. Ma secondo alcuni giuristi le motivazioni della proroga sarebbero rapportate alla condizione che appare come la logica della cura peggiore del male, e dove la Procura della Repubblica di Siracusa potrebbe aver già aperto un ulteriore fascicolo d’indagine nuovo di zecca all’interno del voluminoso dossier proprio sulla proroga. Al prolungamento della concessione non ha aderito il comune di Solarino, che ha preferito staccarsi dalla condizione iniziale per la quale sta indagando la Procura di Siracusa, procedendo alla gestione della rete idrica in proprio con tecnici e operai già in forza, trattandosi d’impianti limitati rispetto al capoluogo, mentre la depurazione avviene sempre attraverso l’invio dei reflui nell’impianto di Siracusa regolati ad hoc.

Speciosa fu anche la condizione denunciata a ventaglio sul rientro nei vecchi ruoli, come ai tempi di Sogeas Spa, l’ing. Enrico Iansiti e l’ing. Pucci La Torre, rispettivamente direttore generale e responsabile delle reti e depurazione. Ma tutta la vicenda fin dall’inizio fu “disturbata” dalle mille polemiche scaturite nell’ambito politico, con un continuo ping pong di accuse e denunce tra maggioranza e opposizione tra i banchi del consiglio comunale, fino a sfociare in un’inchiesta giudiziaria per l’intera gara d’appalto sull’affidamento del Servizio idrico nei comuni di Siracusa e Solarino. L’inchiesta, formalizzata il 14 giugno del 2014 da un voluminoso dossier e coordinata dal Procuratore capo della Repubblica di Siracusa Francesco Paolo Giordano affidata al sostituto Giancarlo Longo con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e turbativa d’asta, dovrà far luce su alcuni aspetti poco chiari denunciati a suo tempo e a più riprese dalle opposizioni.

Un’indagine a carico di più persone che a vario titolo sarebbero coinvolte nell’inchiesta sfociata anche dalla denuncia di turbativa d’asta, presentata per atto dovuto a suo tempo dal Sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo nei confronti d’ignoti e che a suo dire avrebbero interferito pesantemente sullo svolgimento dell’iter sul bando di gara per l’affidamento del servizio idrico nei due comuni e a tal fine dopo il fallimento della Sai8, come risulta dai documenti acquisiti dalla guardia di finanza. Sulle indagini in corso vige il massimo riserbo da parte degli inquirenti e degli investigatori che stanno passando al setaccio la corposa documentazione acquisita, e nello stesso tempo ascoltato più persone informate dei fatti e dei tanti possibili sviluppi denunciati dall’opposizione e da altri soggetti. Spicca tra tutti il consigliere comunale Salvatore Castagnino insieme all’on. Vincenzo Vinciullo, entrambi del Ncd, i primi ad essere ascoltati dalla polizia giudiziaria come persone informate dei fatti per le notizie di reato connesse alle dichiarazioni rilasciate dai due, sia in consiglio comunale, sia in pubblico attraverso i media; ma anche dall’attività dei “Grilli” aretusei che contestarono fortemente sia il metodo sia il sistema della gara per l’affidamento, a loro dire, fuori dalle norme di legge.

Le ultime notizie che trapelano dal Palazzo di Giustizia riguardano il lavoro a pieno ritmo svolto dal consulente nominato dalla Procura della Repubblica e dagli uomini della guardia di finanza. Si tratta dell’Ingegner Luigi Boeri, incarico affidato nel dicembre 2015 il cui studio associato si occupa da sempre nel campo ambientale e degli appalti pubblici, dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro, come anche della consulenza legale nelle gare d’appalto.

Furono i carabinieri a prelevare i primi atti d’ufficio e dopo una quindicina di giorni, invece gli uomini della guardia di finanza acquisirono l’ulteriore corposa documentazione, probabilmente su richiesta del perito della Procura appena nominato. Ma su tutta questa velenosa faccenda, si sono riaccese luci e ombre, grida e sussurra. La complessità e la delicatezza dell’inchiesta sono confermate dagli ambienti giudiziari è dalla proroga chiesta dal Pm e concessa dal Gip.

Concetto Alota

 

 

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