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Chiesta la scarcerazione di Bonafede, il tribunale si riserva

Il tribunale del riesame di Catania  si è riservato sulla richiesta di annullare l’ordinanza con la quale il gip del tribunale di Ragusa ha disposto la misura cautelare in carcere nei confronti del consigliere comunale Antonio Bonafede e per gli altri due siracusani, Salvatore Mauceri e Antonio Genova, arrestati dai poliziotti il 28 aprile scorso al porto di Pozzallo poco prima che s’imbarcassero per l’isola di Malta con un carico di 16 chili di marijuana e 4 chili di hascisc.

L’udienza dinanzi al tribunale della libertà si è tenuta ieri mattina e la posizione più articolata è stata quella del consigliere comunale. Gli avvocati Giambattista Rizza e Caruso, hanno reiterato la richiesta di annullare il provvedimento restrittivo sostenendo che Bonafede non c’entri nulla con il carico di stupefacenti scoperto dagli investigatori. I due legali hanno insistito sul fatto che Mauceri e Genova abbiano rilasciato dichiarazioni spontanee al gip, con le quali di fatto scagionano Bonafede. Non solo, lo stesso Bonafede continua a dire di non sapere che cosa contenessero i due trolley e che comunque egli ha sempre avuto in mano un borsone con gli effetti personali. Cosa diversa sostengono il pm Monica Monega e i poliziotti della squadra mobile di Ragusa, i quali dicono di avere notato un passaggio di mano del trolley con la droga da Bonafede a Mauceri, mentre stavano eseguendo un’attività di osservazione del terzetto al porto di Pozzallo.

Relativamente alla questione relativa alla procedura di sospensione, l’avvocato Rizza afferma: “Il mio assistito non ha riportato alcuna condanna ma è semplicemente indagato in questa vicenda nella quale è stato coinvolto. Non comprendo perché il prefetto debba sospenderlo applicando la legge Severino, che, peraltro, prevede la sospensione obbligatoria solo nel caso di una condanna in primo grado”.

Diversa, invece, la richiesta formulata dall’avvocato Giorgio D’Angelo per i suoi due assistiti. Infatti, il penalista ha sostenuto non esservi le esigenze cautelari così restrittive per Mauceri e Genova, per i quali ha chiesto la meno afflittiva misura cautelare degli arresti domiciliari. I due, come si ricorderà, dinanzi al gip, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, hanno rilasciato dichiarazioni spontanee con le quali si sono interamente accollata la responsabilità della detenzione del carico di stupefacenti. Il tribunale del riesame, presidente Maria Grazia Vagliasindi, scioglierà la riserva entro la giornata di lunedì prossimo.

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